Fascicolo 1/2017

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E’ del 3 maggio 2016 l’ultima relazione del Governo sullo stato di attuazione dell’analisi di impatto della regolamentazione relativa all’anno 2015. In realtà la relazione non si occupa solo di AIR. Inizia con il racconto degli strumenti di regolazione in ambito europeo e OCSE e continua illustrando lo stato di applicazione non solo dell’AIR ma anche della VIR e dell’ATN; un paragrafo è dedicato agli oneri amministrativi e prosegue facendo il punto sull’AIR, VIR e ATN delle autorità indipendenti e delle Regioni; si occupa infine della qualità della regolazione nella nuova programmazione nazionale e regionale dei fondi strutturali 2014 – 2020 e dell’attività del Gruppo di lavoro AIR – VIR presso la Conferenza Unificata.
E’ un documento di oltre 400 pagine con tanti allegati: un documento “onesto” perché non agiografico, ma nemmeno disfattista. La tesi di fondo è che nell’anno di riferimento vi è stato un deciso miglioramento dei processi legati agli strumenti della qualità della regolamentazione, sia sotto l’aspetto strutturale che quantitativo. Questi i principali aspetti positivi:

Si tratta di innovazioni importanti, perché la scelta iniziale di far fare le relazioni AIR agli uffici legislativi, senza alcuna possibilità di assunzione di esperti dato che era imposta la invarianza della spesa, è stata la causa principale dei difetti delle relazioni AIR, che il documento così riassume:

Ma, come abbiamo detto, non del solo AIR dà conto la relazione al Parlamento. Colpisce la differenza tra il numero delle relazioni ATN e VIR: 188 contro 9. Questo perché gli Uffici legislativi padroneggiano gli aspetti giuridici e invece ignorano come si fa a valutare gli effetti di una legge o di un decreto legislativo.
Ancora più deludenti sono i dati sulle consultazioni, anche se più frequenti di numero. Si tratta di una mancanza grave, perché le consultazioni servono a consentire all’Amministrazione di conoscere come gli interessati dal provvedimento valutano le novità, non per appiattirsi sulle loro valutazioni ma per tenerne conto, perché anche resistenze ingiustificate possono incidere sulla fattibilità in concreto del nuovo intervento previsto.
Infine, la Relazione dà conto anche delle novità positive a livello regionale, con particolare riferimento alle Marche (legge 16 febbraio 2015, n. 3), Campania (legge 14 ottobre 2015, n. 11), Liguria (modifica del Regolamento interno consiliare10 marzo 2015, n. 10) e Toscana (idem, delibera 24 febbraio 2015, n. 27).
La Relazione riporta documenti di nove Regioni o Province autonome che raccontano lo stato dell’arte in materia di qualità della regolamentazione. Verifica delle regole di drafting (quelle dell’Osservatorio, in toto o con qualche modifica) e ATN sono ormai seguite in molte Regioni (Veneto, Lombardia, Umbria, Lazio, Abruzzo, Puglia, Sardegna, Provincia di Trento, Emilia R.). E di generale applicazione sono anche le clausole valutative e cioè disposizioni normative che definiscono le informazioni necessarie a comprendere i processi di attuazione ed i risultati delle politiche regionali.
Novità interessanti sono: 1) la istituzione (Lombardia) di un Comitato paritetico di controllo e valutazione; la redazione di un manuale AIR; la possibilità per i soggetti interessati di interagire direttamente con le Commissioni consiliari per esprimere commenti e osservazioni sulle proposte normative. 2) La previsione (Emilia R.) di una scheda ATN più ricca di quella statale e della scheda AIR con due voci inedite rispetto alla scheda statale, oltre alla istituzione di un Gruppo di lavoro misto Giunta – Assemblea sullo studio e l’applicazione delle clausole valutative; abrogazione annuale delle disposizioni desuete.
Novità sul piano delle previsioni normative non vuol dire novità effettive. E’ questa una ricerca da fare, perché esperienze virtuose aiutano il progresso di tutti.