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La legislazione delegata nella XVI legislatura (Marzo 2010) - (1/2010)

Il numero delle deleghe legislative dell’ultimo decennio ha avuto un andamento piuttosto ondivago, con naturali punte verso il basso in coincidenza degli anni elettorali, ove l’attività di programmazione è inevitabilmente ridotta (nel 2008, ad esempio, le uniche deleghe sono state quelle di attuazione di direttive comunitarie, concentrate nella XV legislatura).

Nel 2009 il numero delle deleghe ha raggiunto un livello molto elevato (73), secondo soltanto a quello del 1999 (81), valutando come lasso temporale l’ultimo decennio. Considerando che soltanto 17 deleghe sono di attuazione di direttive comunitarie, può segnalarsi una tendenza al recupero della delega legislativa come ordinario strumento legislativo, anche rilevando il calo dell’istituto nei due anni precedenti. Focalizzando l’attenzione sulla XVI legislatura, le deleghe previste sembrano perlopiù rispondere a precise esigenze di carattere politico: quella inerente al federalismo fiscale (l. 42/2009) richiama infatti la necessità del confronto con l’opposizione; quelle sull’organizzazione delle pubbliche amministrazioni (l. 15/2009), sullo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività (l. 69/2009) e sulla internazionalizzazione delle imprese (l. 99/2009) paiono richiedere un confronto con le parti sociali, rinviato, come prassi per il procedimento di delega, alla fase del parere espresso dalle Commissioni parlamentari. Presupposti più schiettamente tecnici sembrano invece sorreggere deleghe complesse, come quelle relative alla depenalizzazione (l. 94/2009), all’attuazione del trattato internazionale di Prum sulla cooperazione transfrontaliera in materia di terrorismo (l. 85/2009), o ancora alla riforma del processo amministrativo (inserita nella l. 69/2009). Riguardo ai decreti legislativi, il loro numero attesta una certa stabilità nell’ultimo decennio, tranne il picco del 1999 (108 decreti) e le fasi di flessione nell’anno successivo a quello di scioglimento delle Camere (ad esempio, 31 decreti nel 2002, 11 nel 2009). Cambia semmai la proporzione tra decreti comunitari e non, nel senso di un progressivo superamento da parte dei primi a partire dal 2002, nel segno dell’utilizzo della delega come strumento ordinario di attuazione del diritto comunitario e, successivamente, di un rafforzamento del decreto legge come mezzo legislativo del Governo. Negli ultimi tre anni proprio il numero dei decreti “non comunitari” ha toccato livelli particolarmente limitati, appena 5 nel 2007, 2 nel 2008 e ancora 2 nel 2009. La menzionata crescita delle disposizioni di delega del 2009, con la forte prevalenza di quelle non attuative di direttive comunitarie, sembra tuttavia poter contribuire a invertire questo dato.

A corredo di queste considerazioni abbiamo predisposto una scheda di sintesi.

Osservatorio sulle fonti

Rivista telematica registrata presso il Tribunale di Firenze (decreto n. 5626 del 24 dicembre 2007). ISSN 2038-5633.

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