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Legge europea 2013 e Legge di delegazione europea 2013 (3/2013)

La legge 6 agosto 2013, n. 96 ((GU Serie Generale n. 194 del 20.8.2013) e la legge 6 agosto 2013, n. 97 (ibid.), rispettivamente, Legge di delegazione europea 2013 e Legge europea 2013, costituiscono la prima applicazione del nuovo meccanismo di adattamento del diritto interno al diritto UE introdotto dalla legge 24 dicembre 2012, n. 234.[1]

La legge di delegazione europea 2013 (http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2013/08/20/13G00137/sg) consta di 13 articoli e 3 allegati. Gli articoli contengono prevalentemente deleghe ad attuare le direttive UE elencate negli allegati A e B della legge; in particolare, quelle di cui all’allegato B sono le direttive per le quali è richiesto il parere dei competenti organi parlamentari sullo schema di decreto legislativo di attuazione (tale parere si rende tuttavia necessario anche per gli schemi di decreto relativi alle direttive di cui all’allegato A ove sia previsto il ricorso a sanzioni penali). L’allegato C contiene invece delle rettifiche alla Direttiva 2006/112/CE sul sistema comune di imposta sul valore aggiunto. Accanto ad una delega generale ad attuare le direttive elencate negli allegati A e B (art. 1), la legge di delegazione europea contiene anche specifici principi e criteri direttivi per l’attuazione di alcune di queste direttive (artt. 3-13), e segnatamente: la Direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali, la Direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, la Direttiva 2011/36/UE concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime, la Direttiva 2011/51/UE per estenderne l'ambito di applicazione ai beneficiari di protezione internazionale, la Direttiva 2011/95/UE recante norme sull'attribuzione, a cittadini di paesi terzi o apolidi, della qualifica di beneficiario di protezione internazionale, su uno status uniforme per i rifugiati o per le persone aventi titolo a beneficiare della protezione sussidiaria, nonché sul contenuto della protezione riconosciuta, la Direttiva 2011/85/UE, relativa ai requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri, la Direttiva 2011/61/UE sui gestori di fondi di investimento alternativi, nonché la Direttiva 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici. 

Si può osservare che i termini di recepimento di alcune delle direttive per la cui attuazione si conferisce la delega sono già scaduti: questo è il caso, ad esempio, della Direttiva 2010/75/UE sulle emissioni industriali (il cui termine di recepimento - 7 gennaio 2013 - era già scaduto alla data di approvazione della legge di delegazione; invero la Commissione europea ha già aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia)[2], nonché della Direttiva 2010/64/UE sul diritto all’interpretazione e alla traduzione nel procedimento penale (il cui termine è scaduto poco dopo l’approvazione della legge, il 27 ottobre 2013).

La legge di delegazione europea contiene anche una delega biennale ad adottare disposizioni recanti sanzioni penali o amministrative per le violazioni di obblighi contenuti in direttive europee attuate in via regolamentare o amministrativa, o in regolamenti dell'Unione europea pubblicati alla data dell'entrata in vigore della presente legge, e per le quali non siano già previste sanzioni penali o amministrative (art. 2). 

La legge europea 2013 (http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2013/08/20/13G00138/sg), che consta di 34 articoli, contiene invece disposizioni volte a porre rimedio al non corretto recepimento di obblighi UE che sia stato evidenziato da una procedura di infrazione, oppure dal ricorso al meccanismo pre-contenzioso EU Pilot (sul quale si rimanda, in questo Osservatorio, alla scheda relativa allo stato di avanzamento delle procedure di infrazione avviate nei confronti dell’Italia).



[1] Sulla quale si veda, in Osservatorio sulle fonti 2013(1), https://www.osservatoriosullefonti.it/fonti-dellunione-europea-e-internazionali/le-nuove-norme-sulla-partecipazione-dellitalia-allunione-europea-la-legge-24-dicembre-2012-n-234. Per un commento dettagliato sulla legge n. 234/2013, si rimanda a C. Favilli, ‘Ancora una riforma delle norme sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione delle politiche dell’Unione Europea’, Rivista di diritto internazionale, 2013(3), p. 701 ss.

[2] In particolare, come si può verificare nella scheda di questo Osservatorio relativa allo stato di avanzamento delle procedure di infrazione avviate nei confronti dell’Italia (il codice della procedura è 2013/146), nella seduta del 26.09.2013 la Commissione europea ha adottato un parere motivato ex art. 258 TFUE nei confronti dell’Italia.

Osservatorio sulle fonti

Rivista telematica registrata presso il Tribunale di Firenze (decreto n. 5626 del 24 dicembre 2007). ISSN 2038-5633.

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