È stata presentata il 24 giugno 2016, presso la Camera dei deputati, una proposta di legge (AC 3929) a firma degli On. Nicoletti ed altri, recante “Modifiche alla legge 23 luglio 1949, n. 433, e altre disposizioni concernenti la composizione e le funzioni delle delegazioni parlamentari presso il Consiglio d’Europa, l’Assemblea generale della NATO, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e l’Iniziativa centro-europea”. Come viene chiarito nell’illustrazione della proposta di legge, quest’ultima “ha lo scopo di disciplinare e razionalizzare l’attività già svolta dalla delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa e di attribuirle nuove funzioni che le permettano di esercitare un più incisivo ruolo di coordinamento e collegamento tra l’attività internazionale e quella interna”. Alcune innovazioni sono introdotte anche per le altre delegazioni parlamentari presso le Organizzazioni internazionali (NATO, OSCE, INCE).
La proposta, come si può dedurre dallo stesso titolo, mira a modificare innanzitutto la legge n. 433 del 1949: la legge, cioè, recante “Ratifica ed esecuzione dello Statuto del Consiglio d’Europa e dell’Accordo relativo alla creazione della Commissione preparatoria del Consiglio d’Europa, firmati a Londra il 5 maggio 1949”. L’articolo 3 della legge 23 luglio 1949 n. 433, prevede che la delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa sia composta da 9 deputati e 9 senatori, eletti dalle due camere, fra i propri componenti, a maggioranza assoluta. La proposta di legge in esame, tuttavia, non interviene sulla composizione della delegazione.
A livello parlamentare sono i regolamenti a prevedere meccanismi per l’integrazione tra le Camere e le Assemblee internazionali: in particolare, l’art. 125 del Regolamento della Camera e l’art. 143 del Regolamento del Senato prevedono la trasmissione alle Commissioni competenti delle risoluzioni e delle raccomandazioni approvate dalle Assemblee internazionali, l’espressione di un parere della Commissione politiche dell’Unione europea e affari esteri, la possibilità per ogni membro della delegazione di richiedere un dibattito in Commissione e di giungere alla votazione di una risoluzione. Tuttavia, si evidenzia nella stessa illustrazione della proposta di legge che nell’esperienza concreta “tali procedure non hanno garantito un efficace meccanismo di accountability dell’attività svolta e quel necessario circuito di comunicazione sistematica tra la dimensione internazionale e quella nazionale”.
L’AC 3929, dunque, sembra avere lo scopo di razionalizzare l’attività delle delegazioni parlamentari e di attribuire ad esse nuove funzioni. In particolare, la proposta tenta di valorizzare le delegazioni parlamentari presso le Assemblee internazionali trasformandole in “delegazioni permanenti” (l’art. 1 trasforma in “permanente”la delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa e l’art. 4 le delegazioni parlamentari presso la Nato, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e l’Iniziativa centro-europea) e dando loro uno specifico rilievo nell’ambito della c.d. “diplomazia parlamentare”. La fonte utilizzata è quella della legge ordinaria, senza altri interventi normativi, anche in attesa che si capisca quale bicameralismo uscirà dal referendum costituzionale (sulle possibili conseguenze che l’eventuale approvazione della riforma costituzionale potrà avere sugli organi bicamerali sia consentito un rinvio a L. Bartolucci, Il “destino” degli organi bicamerali alla luce del superamento del bicameralismo paritario, in Forum dei Quaderni Costituzionali, 3 novembre 2016).
Coerentemente con il riconoscimento della natura permanente delle delegazioni si prevede che queste possano approvare di un regolamento interno che disciplini l’attività della delegazione per la partecipazione alla rispettiva Assemblea parlamentare. Nel tempo, infatti, si sono stratificate alcune prassi (il rinnovo annuale dei componenti, il rapporto tra titolari e supplenti, le modalità di partecipazione alle missioni internazionali) che necessitano di sistematizzazione e trasparenza.
Inoltre, la proposta di legge prevede che la delegazione parlamentare presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa valuti il processo di ratifica delle convenzioni e deglialtri atti del Consiglio d’Europa e l’esecuzione delle sentenze della Corte europeadei diritti dell’uomo da parte dello Statoitaliano e che a tal fine possa chiedere al Governo le necessarie informazioni. La delegazione può altresì trasmettere al Presidente del Consiglio segnalazioni e osservazioni sull’esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, anche ai fini della relazione annuale che la Presidenza del Consiglio dei ministri presenta alle Camere ai sensi dell’art. 5, c. 3, lettera a-bis), della l. n. 400 del 1988.
Un’altra novità rilevante riguarda la possibilità data alla delegazione di valutare ex ante– tramite osservazioni e proposte – la conformità della normativa vigente e dei progetti di norme legislative e regolamentari rispetto alle disposizioni della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (sul punto si v. C. Fasone, Il ruolo del Parlamento nell’applicazione della CEDU. Riflessioni sparse a partire da The Constitutional relevance of the ECHR in Domestic and European Law, a cura di G. Repetto, Intersentia, 2013, in Diritticomparati, 5 febbraio 2015).
La proposta contiene poi alcune disposizioni sulle delegazioni parlamentari presso la Nato, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e l’Iniziativa centro-europea. Si prevede, oltre al fatto che tali delegazioni parlamentari permanenti disciplinino lo svolgimento della propria attività mediante regolamenti interni, che riferiscano annualmente alle Camere sull’attività svolta e sulla loro partecipazione ai lavori delle Assemblee parlamentari internazionali di riferimento, con particolare riguardo alle risoluzioni e alle raccomandazioni approvate dalle medesime; e, infine, che possano chiedere informazioni al Governo sui temi delle sessioni delle Assemblee parlamentari internazionali alle quali partecipano.