A.S. Doc. XVIII n. 125, 3 maggio 2016
A.C. Doc. XVIII n. 41, 12 maggio 2016
La XI Commissione Lavoro, previdenza sociale del Senato e la XI Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera, nell’esaminare la Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica della direttiva 96/71/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 1996, relativa al distacco dei lavoratori nell’ambito di una prestazione dei servizi COM (2016) 128 def., hanno espresso parere favorevole.
Pare interessante segnalare tale profilo perché, al contrario, su tale proposta di direttiva i pareri motivati di altri parlamenti nazionali sono stati in numero sufficiente (22 voti sui 19 necessari, provenienti dai parlamenti di 11 Stati membri) a far sollevare nell’aprile 2016 il terzo c.d. cartellino giallo ai sensi del Protocollo n. 2 al Trattato di Lisbona .
Obiettivo della direttiva è quello di introdurre disposizioni più rigorose in materia di somministrazione transnazionale di lavoro interinale, evitando in particolare che si determino differenze retributive tra lavoratori distaccati e lavoratori locali a vantaggio delle imprese distaccanti. Come è stato notato, ben 10 degli 11 Stati membri che hanno espresso parere motivato appartengono all’Europa dell’est e dietro tale posizione si sarebbe coagulata una serie di interessi nazionali di Paesi intenzionati a mantenere più basse le tariffe minime salariali per i lavoratori distaccati (in prevalenza provenienti proprio da tali Paesi) rispetto a quelli locali, come consentito dalla normativa oggi vigente (cfr. N. Lupo, Il terzo “cartellino giallo” e i multiformi usi dell’early warning system, in Quad. cost., 2016, n. 3).
Dal canto loro, le Commissioni Lavoro di Camera e Senato hanno invece espresso parere favorevole sul rispetto da parte di tale proposta del principio di sussidiarietà. Come infatti si legge nei pareri resi dalle Commissioni Politiche dell’Unione europea di Camera e Senato alle due suddette Commissioni Lavoro, «solo disposizioni europee possono modificare il diritto europeo vigente»: in particolare, si precisa nel parere della 14ª Commissione del Senato, «una regolamentazione uniforme a livello europeo si giustifica [...] per massimizzare le condizioni di omogeneità nel regime giuridico ed economico dei distacchi».