Il 22 settembre 2023 ha avuto inizio la XI Consiliatura del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) con l’insediamento dei 64 membri, che rimarranno in carica per il quinquennio 2023-2028. I suddetti componenti sono stati nominati con i Decreti del Presidente della Repubblica del 5 maggio, del 25 maggio e dell’8 settembre di quest’anno, nella misura di 22 rappresentanti dei lavoratori dipendenti, 9 rappresentanti dei lavoratori autonomi, 17 rappresentanti delle imprese, 6 rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni di volontariato e 10 esperti (dei quali due di nomina del Presidente del Consiglio dei Ministri e otto di nomina del Presidente della Repubblica). Fatta salva quest’ultima categoria, la nomina avviene su designazione delle organizzazioni di rappresentanza, recepita poi in una proposta del Presidente del Consiglio, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, ai sensi degli artt. 2, 4 e 7 della legge 30 dicembre 1986, n. 936. La carica ha una durata di cinque anni ed è rinnovabile: nella consiliatura in esame, sono stati 12 i membri confermati (18,75%), in maggioranza appartenenti alla categoria dei rappresentanti dei lavoratori dipendenti (ben 7), ma si registrano anche tre rappresentanti delle imprese e due degli autonomi.
Quanto alla nomina del presidente del CNEL, che è ha luogo con D.P.R., su delibera del Consiglio dei Ministri adottata su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, ex art. 5 della legge n. 936/1986, essa è avvenuta il 27 aprile 2023: la scelta è ricaduta sul prof. Renato Brunetta, già Ministro per la Pubblica Amministrazione nei Governi Berlusconi IV (2008-2011, con delega anche all’Innovazione) e Draghi (2021-2022), nonché membro del Parlamento Europeo dal 1999 al 2008 e deputato dalla XVI alla XVIII Legislatura (2008-2022). Non è un’anomalia che il presidente venga selezionato tra profili di caratura politica significativa: ben cinque dei sette precedenti vertici dell’organo avevano già ricoperto la carica di parlamentare (con Meuccio Ruini che era stato per due mesi nel 1953 anche Presidente del Senato; Pietro Larizza invece sarà eletto senatore al termine del mandato presidenziale), in quattro casi (Ruini, Campilli, Marzano e Treu) anche quella di ministro. Come i suoi due predecessori Marzano e Treu, Brunetta ha un background universitario, essendo tutti e tre professori ordinari (Marzano e Brunetta di discipline economiche, Treu di Diritto del lavoro) in, mentre solo in due casi (Storti e Larizza) il presidente proveniva dall’ambito sindacale.
Passando all’attività svolta dal Consiglio in questi primi mesi di mandato, senza dubbio è opportuno segnalare il documento di analisi e proposte concernente “Elementi di riflessione sul salario minimo in Italia”, richiesto dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni l’11 agosto 2023 ai sensi dell’art. 99 Cost., commi 2 e 3, e dell’art. 10, comma 1, lettera f) della legge n. 936/1986, che prevede la possibilità per il CNEL di contribuire su richiesta anche del Governo all’elaborazione della legislazione in materia di politiche economiche e sociali con pareri, studi e indagini da trasmettere poi all’esecutivo ai sensi dell’art. 12 della suddetta norma. Tale parere, pubblicato il 12 ottobre, si colloca nel dibattito sorto negli ultimi anni a livello parlamentare e più in generale politico e di opinione pubblica riguardante il salario minimo. In particolare, durante la legislatura in corso sono state presentate alla Camera dei Deputati numerose proposte di legge (A.C. 1275 e abbinate) da parte dei gruppi di opposizione aventi ad oggetto la suddetta tematica; parallelamente, il CNEL ha proceduto a elaborare un parere in materia che potesse fungere da base per il dibattito parlamentare. Il parere in esame, adottato dall’Assemblea del Consiglio con 39 voti favorevoli e 15 contrari, contiene un parere negativo con riguardo all’introduzione di un salario minimo valido erga omnes, suggerendo di potenziare la contrattazione collettiva, le relazioni industriali e le normative di sostegno ai fini di contrastare efficacemente i fenomeni del lavoro povero (c.d. working poors) e delle basse retribuzioni. Bisogna ricordare che il giorno precedente alla seduta di discussione del testo del parere in esame alcuni dei componenti di nomina diretta del Presidente della Repubblica avevano formulato una proposta di introduzione di un salario minimo sperimentale con riferimento ai settori lavorativi dove si verificano le dinamiche più critiche, ma il Consiglio Nazionale si è espresso in senso negativo. In data 18 ottobre, quindi, l’Assemblea di Montecitorio ha votato per il rinvio in Commissione della proposta, con la maggioranza di governo che ha espresso contrarietà rispetto all’iniziativa dei gruppi di minoranza e si è detta disponibile ad avviare un confronto anche sulla base del documento elaborato dal CNEL.
Oltre al suddetto documento, che ha contribuito a far ritornare il CNEL al centro del dibattito politico a distanza di anni dalla proposta di abrogazione contenuta nella riforma costituzionale Renzi-Boschi del 2016, l’organo in questione ha altresì sottoscritto alcuni accordi interistituzionali, in particolare il 7 novembre con il Ministro per la Pubblica Amministrazione, in prospettiva di una collaborazione per esercitare in modo congiunto e sistematico le proprie competenze in materia di lavoro pubblico e servizi della P.A. ad imprese e cittadini, prevedendo un supporto tecnico da parte del Consiglio. Parallelamente, sono da segnalare l’accordo con il Consiglio di Stato del 16 novembre riguardante una collaborazione ad ampio respiro con particolare riguardo ai temi della predisposizione di un codice o di un testo unico della normativa relativa agli italiani residenti all’estero, alla consulenza giuridica a favore dell’istituendo Osservatorio sul lavoro sportivo e alla riorganizzazione e valorizzazione dell’Organismo Nazionale di Coordinamento delle politiche di integrazione degli stranieri (ONC) presso il CNEL in materia di immigrazione. Altri accordi di collaborazione sono stati stipulati con Assolavoro – Associazione nazionale di categoria delle agenzie per il lavoro nelle materie di competenza dell’ente in questione, e con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), riguardante lo sviluppo e l’implementazione dell’Osservatorio Nazionale sui Servizi Sociali Territoriali, la partecipazione al già menzionato ONC e la valorizzazione della Relazione annuale del CNEL al Parlamento e al Governo in merito a livelli e qualità dei servizi della P.A. a imprese e cittadini con specifico interesse alle amministrazioni locali, nonché alla condivisione di informazioni riguardo ai progetti di reinserimento sociale e lavorativo di detenuti ed ex detenuti, di partecipazione dei giovani all’iter decisionale locale e nazionale e di accesso allo sport di base per soggetti fragili e famiglie numerose.
Ancora, è da segnalare la memoria depositata dal CNEL recante osservazioni e proposte con riferimento al disegno di legge di bilancio all’esame delle Camere: i punti principali riguardano, in linea generale, il favor rispetto all’attenzione alla sostenibilità delle finanze pubbliche, l’esigenza di un’attenzione particolare all’attuazione del PNRR, con l’allocazione di risorse volte a garantire la presenza di un contesto favorevole per la realizzazione delle varie misure, il consolidamento dei rapporti con le parti sociali e l’introduzione di un sistema di valutazione ex ante delle politiche pubbliche rispetto ai vari obiettivi di sviluppo sostenibile.
In conclusione, le prospettive che si pone il CNEL con riferimento alla XI Consiliatura sono rinvenibili all’interno del programma di attività dell’organo, adottato il 22 novembre di quest’anno. L’obiettivo principale è quello di garantire un intervento sempre più diffuso e proattivo da parte delle forze sociali nell’iter legislativo delle Camere attraverso l’opera del Consiglio, mirando a valorizzare gli accordi interistituzionali e in generale la collaborazione con gli altri enti, pubblici o privati, presso i quali siano rappresentati gli interessi delle parti sociali. Un riferimento inevitabile riguarda la dotazione a livello economico del CNEL, spesso oggetto di critiche nel contesto politico e partitico: i fondi stanziati in sede di bilancio si sono più che dimezzati dal 2013 ad oggi (da 19.048.046 euro a 7.122.950). In sintesi, il Consiglio si prefigge di avviare una fase “costituente”[1] volta ad attuare pienamente l’art. 99 della Costituzione e ad estrinsecare appieno tutte le proprie funzioni, nell’ottica di una costante interlocuzione con le parti sociali e le istituzioni: senza dubbio non mancano gli ambiti di intervento nell’attuale contesto, caratterizzato dal continuo sorgere di emergenze che aumentano le difficoltà di portare a compimento il processo di ripresa post-pandemico.
[1] Terminologia impiegata nel Programma di attività per la XI Consiliatura, 22 novembre 2023, p. 82, disponibile all’indirizzo https://cdcpcnelblg01sa.blob.core.windows.net/documenti/2023/db0b3faa-0434-4adf-855e-9e40e8496407/STP_PR_Programma_attivit%C3%A0_XI_Consiliatura_24_11_2023.pdf.