di Antonio Ruggeri
SOMMARIO: 1. La tesi che nega l’idea costituzionale di popolo quale soggetto politico ma, stranamente, ammette quella di democrazia, svilita tuttavia alla condizione di mero valore-mezzo e non pure di valore-fine. – 2. La confutazione della esistenza del popolo, a motivo della (supposta) mancanza di una volontà collettiva ad esso imputabile, e la sua critica. – 3. Il crescente rilievo, in società connotate da flussi viepiù imponenti di immigrati, del rapporto tra persona e territorio e il bisogno di avere riguardo al criterio della stabile residenza nel territorio stesso per il riconoscimento di alcuni diritti costituzionali (e, segnatamente, di quelli politici). – 4. Lo sdoppiamento dell’idea di popolo, al piano nazionale ed a quello eurounitario, e la sovranità condivisa tra Stato e Unione, specificamente apprezzabile in prospettiva assiologicamente orientata. – 5. Il significato dei riferimenti al popolo negli enunciati della Carta, tutti rimandando allo stesso quale entità collettiva, e non già quale mera sommatoria di cittadini, e la conferma del rilievo costituzionale della figura in parola nello stato di eccezione, quale testimoniato dalla vicenda della guerra in Ucraina e, in genere, dalle esperienze di resistenza collettiva alla eversione costituzionale.
The paper subjects to critical analysis the thesis according to which the people as a political subject does not exist, especially for the (supposed) lack of a collective will that can be attributed to it, noting that the constitutional references to it all refer to the people as a collective entity. It then dwells on the splitting of the figure at the national and European Union levels and finally highlights the role it plays in the state of exception.