Sources of Law in the EU Member States

L’evoluzione della giurisprudenza costituzionale dal punto di vista sostanziale e procedurale: il differimento degli effetti della sentenza, la protezione dell’ambiente e degli animali e nuove norme in tema di accesso alle informazioni (1/2024)

I commenti di questo numero dell’Osservatorio riguardano il contesto normativo francese, austriaco e portoghese.

Franck Laffaille, con un commento alla recente decisione del Conseil constitutionnel (sent. n. 2023-1068) francese sul pignoramento e la vendita forzata di beni immateriali, ne sottolinea i punti chiave e le implicazioni per le fonti del diritto.
La sentenza emerge da una questione sollevata dalla Corte di Cassazione e riguarda l'assenza di un rimedio efficace per il debitore contro il prezzo fissato unilateralmente dal creditore nelle aste di beni immateriali. Il ricorrente sosteneva che questa mancanza violava i propri diritti di proprietà e il diritto a un ricorso giudiziario effettivo, garantiti dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789.
Il Conseil constitutionnel ha riconosciuto che le leggi esistenti non permettevano al debitore di contestare l'importo del prezzo di aggiudicazione davanti al giudice dell'esecuzione, considerando questa lacuna una "incompetenza negativa" del legislatore, ossia una carenza normativa di cui il legislatore è responsabile. Ha quindi dichiarato tale situazione contraria alla Costituzione, perché compromette sostanzialmente il diritto del debitore a un ricorso efficace.
Questa decisione si distingue non solo per la sua portata incisiva, ma anche per aver differito gli effetti della decisione e aver stabilito una “riserva transitoria”. Il Conseil, da una parte, ha posticipato al 1° dicembre 2024 la data di abrogazione delle norme incostituzionali; infatti, stabilire che gli effetti della dichiarazione di incostituzionalità si sarebbero prodotti al momento della pubblicazione della sentenza avrebbe potuto generare conseguenze ritenute eccessive. Il Conseil, a tal proposito, giustifica questa decisione utilizzando la formula – definita da Franck Laffaille di (falsa) umiltà ermeneutica - secondo la quale esso non ha lo stesso potere di valutazione generale del Parlamento. Ritiene, così, di non adottare una sentenza manipolativa e di non indicare le modifiche normative da apportare.
Dall’altra parte, nonostante questo self-restraint, il Conseil interviene attivamente per proteggere i diritti dei ricorrenti e di coloro che si trovano, mutatis mutandis, in una situazione simile fino all'introduzione della nuova legislazione. Ciò significa che il debitore può contestare l'importo del prezzo di aggiudicazione di diritti immateriali pignorati fino all'entrata in vigore della nuova normativa, o al più tardi entro il 1° dicembre 2024, rivolgendosi al giudice dell'esecuzione. Un approccio valutato molto positivamente da Franck Laffaille, per il riscontro dato alle esigenze di tutela dei cittadini.

La situazione in Austria vede conferme e novità, come rilevano Maria Berthel e Esther Happacher. La Corte costituzionale austriaca ha affrontato vari ricorsi legati alla protezione dell'ambiente e al cambiamento climatico, tutti conclusisi negativamente a causa della mancanza di legittimazione attiva da parte dei ricorrenti. Nel primo caso i ricorrenti erano un gruppo di minori che contestavano la "Legge sulla protezione del clima". Il secondo caso, presentato da un maggiore di età, è stato respinto per mancanza di motivazioni specifiche. L'ultimo caso riguardava la responsabilità dello Stato per mancata attuazione della legislazione UE sulla protezione del suolo, ma anche questo è stato dichiarato irricevibile perché il ricorrente non aveva chiarito adeguatamente le condizioni per imputare la responsabilità allo Stato.
Le novità sul fronte austriaco riguardano la disciplina in tema di trasparenza, oggetto di una recente riforma costituzionale. Dal settembre 2025, l'Austria includerà nella sua Costituzione il diritto di accedere alle informazioni governative, eliminando il segreto d'ufficio in vigore dal 1925. Il nuovo articolo 22a della Costituzione federale, infatti, riconosce che "Le informazioni di interesse generale devono essere pubblicate in modo proattivo e accessibile a tutti". Si riconosce così un obbligo costituzionale di divulgazione attiva delle informazioni per gli organi dell'amministrazione federale e provinciale, per i tribunali ordinari e amministrativi e per la Corte Costituzionale, nonché un diritto costituzionalmente garantito di accesso alle informazioni. La definizione di “informazioni di pubblico interesse” sarà contenuta in una normativa federale e avrà un contenuto ampio (saranno, infatti, incluse le statistiche ufficiali, gli studi, i contratti e i sondaggi). Le informazioni potranno essere tenute riservate in casi specifici, ad esempio nel caso in cui la divulgazione causi possibili danni economici o per ragioni di sicurezza. Nel caso di risposta negativa da parte dell’amministrazione, è previsto un ricorso davanti al giudice amministrativo mentre l'Autorità per la protezione dei dati svolgerà un ruolo di supporto e di consulenza. La definizione di norme più dettagliate in materie di competenza dei Länder, richiederà l'approvazione di questi ultimi.
La riforma dovrebbe migliorare le prestazioni dell'Austria nelle classifiche internazionali sulla trasparenza, finora di tipo scadente. Infatti, solo le municipalità con meno di 5.000 abitanti sono escluse dall'obbligo di informazione proattiva.

Ana Neves riporta il cambiamento significativo della posizione della Corte Costituzionale portoghese nei confronti della penalizzazione del maltrattamento degli animali da compagnia. Inizialmente, la Corte sosteneva che nella Costituzione non ci fossero sufficienti appigli per giustificare norme penali contro il maltrattamento degli animali. Tuttavia, la sentenza n. 70/2024 ha riconosciuto che il benessere degli animali è un interesse significativo dal punto di vista costituzionale, sulla base dell'evoluzione normativa e sociale intervenuta in Portogallo.
Il quadro legale precedente penalizzava varie forme di maltrattamento e abbandono degli animali da compagnia, con specifiche pene. Tuttavia, la giurisprudenza costituzionale aveva ripetutamente messo in discussione queste leggi, dichiarandole incostituzionali, sulla base dell'indeterminatezza e della mancanza di un interesse legale protetto costituzionalmente.
La sentenza n. 70/2024 rappresenta quindi un passo importante verso una più ampia protezione dei diritti degli animali da compagnia, che è stata adottata grazie a una interpretazione evolutiva della Costituzione. Cionondimeno, si tratta di una sentenza controversa, che è stata emessa nonostante opinioni dissenzienti.

Osservatorio sulle fonti

Rivista telematica registrata presso il Tribunale di Firenze (decreto n. 5626 del 24 dicembre 2007). ISSN 2038-5633.

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