1. La nuova disciplina dell'Analisi di impatto della regolamentazione (AIR) che volevamo illustrare nel precedente numero non è stata ancora emanata: o, quanto meno, non è reperibile nel sito del Dipartimento della Funzione pubblica.
2. In Calabria, la legge 6 agosto 2012, n. 34, nel modificare lo Statuto, ha abrogato la previsione, contenuta nell'art. 26, secondo comma, del Comitato per la qualità e la fattibilità delle leggi. Organi simili sono previsti in Abruzzo (art. 27), Umbria (art. 61.3) e Lombardia (art. 45) del cui funzionamento non si sa molto, legittimando il sospetto che l'esperienza non sia positiva e che quindi la soppressione calabrese possa avere questa giustificazione.
3. I RAPPORTI REGIONALI SULLA LEGISLAZIONE
La qualità della normazione è uno dei temi affrontati dai rapporti annuali sulla legislazione delle singole Regioni. La Camera lo fa ogni anno, le Regioni un po' meno e non tutte. Questo il quadro risultante dai siti internet delle singole Regioni e della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome (meno la Regione Trentino Alto Adige per la esiguità della sua attività legislativa: 9 leggi nel 2011, di cui quattro relative al bilancio preventivo e consuntivo):
- 7 Regioni hanno pubblicato il rapporto 2011: Abruzzo, Lombardia, Emilia R., Liguria, Piemonte, Toscana e Veneto
- 7 Regioni non hanno ancora pubblicato il rapporto 2011: Basilicata, Calabria, Campania, Friuli V.G., Lazio, Marche, Prov. di Trento
- 7 Regioni non hanno mai pubblicato il rapporto: Molise, Prov. di Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e Valle d'Aosta.
Si fa fatica a comprendere come mai i rapporti sulla legislazione non siano fatti (e pubblicati) da tutte le Regioni, come si faceva fatica a comprendere i ricchi vitalizi dei consiglieri regionali o i gruppi consiliari composti da un solo consigliere: dobbiamo augurarci un nuovo decreto legge?
Ma, una volta segnalati i difetti, preferiamo soffermarci sugli aspetti positivi delle esperienze regionali, nella consapevolezza che la conoscenza delle esperienze positive può costituire uno stimolo per le altre Regioni.
Dai rapporti di quattro Regioni (Emilia R., Liguria, Piemonte e Toscana) risulta che la qualità della normazione ha un certo peso nel procedimento legislativo regionale (probabilmente rientrerebbe fra queste Regioni anche la Lombardia, ma il suo Rapporto 2011, pur esistente, non è stato consultabile nel periodo di redazione di queste note: 21/24 febbraio).
Il nuovo statuto della Regione Liguria non contiene previsioni esplicite dedicate alla qualità della regolazione, ma questo non ha impedito alla Regione di disciplinarla con legge regionale (quella sull'autonomia del Consiglio regionale) e nel Regolamento interno: che, in Emilia R., prevede l'obbligo di redazione di un rapporto annuale sulla legislazione.
Nel Veneto le abrogazioni tacite sono quasi sparite e l'attenzione emiliana alla legittimità delle nuove leggi regionali ha fatto sì che nel 2011 mai il Governo abbia fatto ricorso alla Corte contro qualche legge di quella Regione.
In Toscana, sulle proposte di legge, gli uffici consiliari fanno l'analisi ex-ante redigendo una scheda preliminare e le osservazioni maggiormente ricorrenti riguardano l'assenza della previsione dei tempi per l'adozione dei provvedimenti attuativi previsti nella legge e la scarsa chiarezza di alcune disposizioni: osservazioni integramente (36,7 % dei casi) o parzialmente (30% dei casi) accolte.
Il drafting formale, e cioè il rispetto delle Regole e suggerimenti per la redazione dei testi normativi proposti dall'Osservatorio Legislativo Interregionale, viene sempre verificato (nelle Regioni in esame) e larga applicazione hanno le clausole valutative, che non trovano resistenze alla loro previsione nel testo della legge.
Il rispetto di tali clausole è però insoddisfacente in Toscana, perché le relazioni della Giunta sono spesso insufficienti a fornire un quadro esauriente della situazione. La causa andrebbe ricercata nella insufficiente conoscenza dello strumento "clausole valutative" da parte degli uffici della Giunta e conseguente scarsa attenzione per tali adempimenti informativi, nonché in una difficoltà politica, dell'esecutivo, di rendere conto al Consiglio su certi temi che potrebbero evidenziare carenze dell'esecutivo stesso.
In Piemonte, invece, l'esistenza di un Comitato paritetico per la qualità della normazione e per la valutazione delle politiche, definito come "punto di arrivo di un lungo e convinto percorso che il Consiglio regionale ha intrapreso con riguardo agli strumenti della qualità della normazione...consapevole che tali strumenti sono elementi imprescindibili della funzione legislativa", ha fatto sì che, dall'insediamento del Comitato, siano pervenute tante relazioni della Giunta contenenti le informazioni richieste dalle clausole valutative.