A.S., Doc. XVIII, n. 164, 19 ottobre 2016
Motivi della segnalazione
La 14ͣa Commissione Politiche dell’Unione europea del Senato ha esaminato la Relazione della Commissione “Relazione annuale 2015 in materia di sussidiarietà e proporzionalità” (COM (2016) 469) e la Relazione della Commissione “Relazione annuale 2015 sui rapporti tra la Commissione e i Parlamenti nazionali” (COM (2016) 471).
Dalla relazione della Commissione emergono dati interessanti. Nel 2015 i Parlamenti nazionali hanno adottato solo otto pareri motivati sul principio di sussidiarietà, rispetto ai ventuno adottati nel 2014. Si tratta del numero più basso dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona nel 2009. I pareri complessivi nel 2015 sono stati 350 rispetto ai 506 del 2014, con un calo di circa il 30 per cento. Dopo l’Assembleia da República portoghese (55 pareri) e la Camera Deputaţilor rumena (47), il Senato della Repubblica italiana con 25 pareri è stata l’Assemblea più attiva.
Ad avviso della 14ͣa Commissione del Senato, il minor numero di pareri sarebbe da porsi in correlazione con il mutato approccio della Commissione europea guidata da Juncker, che si è concentrata sulla semplificazione amministrativa e legislativa, giungendo a ritirare 100 proposte nei primi due anni di mandato e presentando circa l’80 per cento di iniziative in meno rispetto al quinquennio precedente. Una prassi da accogliere positivamente secondo la 14ͣa Commissione, in quanto testimonierebbe la scelta della Commissione di autolimitare il proprio ambito di azione in coerenza con il principio per cui l’Unione europea deve intervenire solo ove apporti un reale valore aggiunto ai singoli settori.
La 14ͣa Commissione ritiene inoltre positivo il fatto che la Commissione europea stia progressivamente migliorando la qualità e la tempestività delle sue risposte, con un approccio che mira a rafforzare la natura politica delle stesse, fornendo nel contempo precisazioni sul merito delle questioni poste dai Parlamenti nazionali. Particolarmente apprezzato nella relazione è inoltre il fatto che le risposte della Commissione siano cofirmate dal vicepresidente Timmermans e dal vicepresidente o Commissario responsabile del settore interessato.