T.A.R. FRIULI-VENEZIA GIULIA, Trieste, 5 novembre 2018, n. 340
L'ordinanza emessa dal Sindaco del Comune di Marano Lagunare, volta a riaffermare e conservare i diritti di uso civico apparentemente incisi dall'esecuzione degli atti della Regione, non risulta sorretta dai presupposti prefigurati dall'art. 50 TUEL, testualmente riconducibili "all'urgente necessità di interventi volti a superare situazioni di grave incuria o degrado del territorio, dell'ambiente e del patrimonio culturale o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana" (comma 5).
In questo senso, l'emissione di un provvedimento atipico, immediatamente diretto ad approntare una tutela possessoria e mediatamente preordinato a contrastare i lavori d'iniziativa regionale, si pone al di fuori dell'ambito in cui le speciali caratteristiche del pericolo, enunciate dalla disposizione richiamata, consentono l'adozione, mediante l'ordinanza, di specifiche misure temporaneamente rivolte ad affrontare e superare l'urgenza in atto.
Se da un lato, appare evidente che il pericolo allegato dall'Amministrazione comunale non risulta né concreto né attuale, dovendosi in proposito considerare che, al momento dell'emanazione dell'ordinanza, i diritti di pesca non risultavano nemmeno suscettibili di valido esercizio (essi, fino al 30 settembre, erano dunque quiescenti e, peraltro, intatti, come condivisibilmente rappresentato dalla Regione); dall'altro lato, non è dato ravvisare, nel contesto delle ragioni (tutela dell'uso civico) che avrebbero imposto di bloccare i dragaggi e i depositi di materiale (così da inibire le determinazioni assunte dagli organi regionali) quelle specifiche fattispecie che, a norma dell'art. 50, comma 5 TUEL, costituiscono, pur sempre, l'ineludibile presupposto giuridico-fattuale richiesto per l'adozione di provvedimenti extra ordinem (vale a dire: "emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale", "urgente necessità di interventi volti a superare situazioni di grave incuria o degrado del territorio, dell'ambiente e del patrimonio culturale o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana, con particolare riferimento alle esigenze di tutela della tranquillità e del riposo dei residenti, anche intervenendo in materia di orari di vendita, anche per asporto, e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche").