Il 7 marzo 2019 sono state presentate presso la Camera dei Deputati e il Senato della Repubblica due proposte di modificazione dei rispettivi regolamenti – incidenti sull’art. 22 r.C. e sull’art. 22 r.S. – tra loro perfettamente coincidenti nell’obiettivo: l’istituzione di una quindicesima Commissione permanente, con denominazione quasi identica, “Infrastrutture e innovazioni [plurale] digitali” alla Camera (Doc. II, n. 8, XVIII leg.) e “Infrastrutture e innovazione [singolare] digitali” al Senato (Doc. II, n. 3, XVIII leg.). Alla Camera, la proposta è sottoscritta da 142 deputati, provenienti principalmente dalle fila del M5S e dalla Lega-Salvini Premier, ma con il supporto anche di deputati del Gruppo di Forza-Berlusconi Presidente, del Gruppo Misto e del gruppo del PD. Al Senato, invece, la proposta di modificazione ha ricevuto 119 sottoscrizioni, quasi esclusivamente dal M5S e dalla Lega-Salvini Premier-Partito sardo d’azione, ad eccezione di un senatore del Gruppo Misto, sen. Saverio De Bonis, che fino a due mesi prima, però, era iscritto al Gruppo del M5S.
In entrambe le relazioni illustrative che accompagnano le proposte di modifica si ravvisa l’opportunità di promuovere, possibilmente nella legislatura in corso, una complessiva opera di manutenzione e di razionalizzazione del sistema delle Commissioni permanenti, da anni mai riformato (se non assai marginalmente: cfr la riforma organica del regolamento del Senato approvata il 20 dicembre 2017, che ha attribuito alla 11a Commissione permanente, sottraendola alla 1a Commissione, la competenza anche in tema di lavoro pubblico accanto a quelle che già aveva sul lavoro privato e la previdenza), nonostante la necessità di rivedere le competenze della Commissioni e, come precisato nella relazione della Camera (p. 3), eventualmente di accorpare anche alcune di esse, o comunque di ridurne il numero favorendo l’omogeneizzazione di competenze e denominazioni tra i due rami del Parlamento, come auspicato nella relazione del Senato (p. 2). Consapevoli, però delle difficoltà oggettive di conseguire una simile riforma organica nell’immediato, i proponenti hanno inteso promuovere, intanto, la creazione di una nuova Commissione permanente in un settore considerato strategico per il sistema Paese, quello dell’innovazione digitale, che interseca al momento le competenze di più Commissioni alla Camera e al Senato e che non risulta essere stato adeguatamente valorizzato nei lavori parlamentari, sia nelle Commissioni che nelle Aule nelle passate legislature, come riportato nelle relazioni illustrative, nonostante l’esperienza della Commissione di studio per l’elaborazione di principi in tema di diritti e doveri relativi ad Internet alla Camera nella XVII legislatura.
Peraltro, anche altri Parlamenti europei negli ultimi anni si sono adeguati alla necessità di tenere sempre più presenti nelle attività e nelle procedure parlamentari le innovazioni tecnologiche e il digitale. Così, nel 2014 lo Speaker della Camera dei Comuni britannica, John Bercow, ha nominato una commissione di esperti sulla democrazia digitale, che ha concluso i suoi lavori nel 2015; la stessa Camera dei Comuni si giova di una Commissione permanente (select committee) sul Digitale, la Cultura, i Media e lo Sport, la quale ha istituito al suo interno una sotto-commissione permanente sul problema della disinformazione, e di una Commissione permanente (select committee) sulla Scienza e la Tecnologia. Inoltre, il 13 giugno 2019, la Camera dei Lord ha istituito la Commissione permanente (select committee) su Democrazia e Tecnologie Digitali, che ha recentemente lanciato una call for evidence tuttora in corso.
Qualora sia istituita, ai sensi della proposta in esame, la nuova XV Commissione della Camera avrebbe esattamente gli stessi poteri delle altre Commissioni permanenti, potendosi riunire in sede referente, consultiva, legislativa e redigente, ma per la definizione delle sue competenze - che potrebbero almeno in parte sovrapporsi a quelle della I, della VI, della XVII; della IX, della X, della XI e della XII Commissione – si rinvia ad una nuova circolare del Presidente della Camera ai sensi dell’art. 22, comma 1-bis. Inoltre, qualora la modifica sia approvata, alla costituzione della XV Commissione si procede a decorrere dalla XIX legislatura, in base all’aggiunta di un nuovo art. 153-quinquies, anche se nella relazione illustrativa si richiede intanto la creazione di una Commissione speciale in tema già nella XVIII legislatura (art. 22, comma 2 r.C.), con competenze definite direttamente nella delibera istitutiva (p. 6).
Anche nella relazione illustrativa (p. 5) alla proposta di modificazione del regolamento del Senato si auspica l’istituzione di una Commissione speciale nel corso di questa legislatura (art. 24 r.S.), ma in caso di approvazione della proposta, l’istituzione della 15a Commissione non sarebbe posticipata alla prossima legislatura. Sempre nella stessa relazione, senza rinviare a delibere successive, si chiarisce come le competenze della nuova Commissione interferiranno con quelle della Commissioni esistenti. Essa avrà la competenza esclusiva sulle infrastrutture digitali e sull’agenda digitale della pubblica amministrazione, facendo venir meno la competenza della 1a e della 8a Commissione in materia, nonché sull’“adeguamento dell’infrastruttura per la conservazione (cloud Storage) e iltrattamento dei dati, dell’informatica ad alta prestazione (high perfomance computing), dell’intelligenza artificiale e della blockchain”. E ciò sia sul versante interno, sia su quello europeo, naturalmente, anche nella fase di formazione del diritto dell’Unione. Infine, attraverso una modifica dell’art. 40 r.S. – aggiungendo il comma 4-bis – si prevede il parere obbligatorio della nuova Commissione sui disegni di legge “rilevanti in tema digitale” assegnati in via principale ad altre Commissioni.