Sebbene sia consuetudine di questa Rubrica fornire un aggiornamento costante circa lo stato di avanzamento delle procedure di infrazione avviate dalla Commissione esclusivamente nei confronti dell’Italia, sembra comunque opportuno segnalare due procedure di infrazione recentemente aperte nei confronti dell’Ungheria, se non altro per le peculiari circostanze che sono all’origine di queste iniziative, ovvero la promulgazione - e successiva entrata in vigore - della nuova Costituzione ungherese. Si tratta, in oltre, delle prime procedure di infrazione avviate a motivo di presunte violazioni, a livello nazionale, dei diritti fondamentali quali garantiti dal diritto dell’Unione.
La nuova Costituzione ungherese è stata promulgata il 25 aprile del 2011 ed è entrata in vigore il 1 gennaio 2012, insieme ad alcune cosiddette ‘leggi cardinali’, ovvero leggi che, per espressa previsione costituzionale, possono essere adottate - ed eventualmente modificate o abrogate - solo a maggioranza dei due terzi del Parlamento.[1] La nuova legge fondamentale è espressione del Governo che si è formato a seguito delle elezioni del 2010, che hanno visto la vittoria del partito di ispirazione nazionalista e conservatrice Fidesz e dell’alleato partito cristiano-democratico KDNP. Vari aspetti della Costituzione ungherese appaiono in contrasto non solo con specifiche disposizioni del diritto primario e secondario dell’Unione, ma più in generale con i valori che i Trattati pongono alla base della ‘costituzione materiale’ europea.[2] In effetti, all’indomani della sua promulgazione, sia il Parlamento Europeo[3] che il Consiglio d’Europa[4] hanno manifestato delle preoccupazioni rispetto al nuovo testo e alle leggi cd. ‘cardinali’ successivamente adottate, e, sempre nel 2011, la Commissione si è impegnata a ‘monitorare’ lo sviluppo della situazione, anche attraverso contatti diretti con le autorità ungheresi.[5] Già prima della data (17 gennaio 2012) dalla stessa fissata per completare l’analisi giuridica delle leggi cardinali entrate in vigore il 1 gennaio 2012 e decidere circa l’adozione di eventuali misure formali, la Commissione rendeva nota la propria intenzione «to fully use all its powers to analyse the compatibility of national law with EU law and reserves the right to take any steps that it deems appropriate, namely the possibility of launching infringement procedures pursuant to Article 258 of the Treaty».[6] Il 17 gennaio 2012 la Commissione ha deciso di inviare all'Ungheria tre lettere di messa in mora - aprendo, in questo modo, la fase cd. pre-contenziosa del procedimento di infrazione -[7], per stabilire se fosse giustificata un'ulteriore azione per violazione degli obblighi derivanti dal diritto dell’Unione. All’Ungheria veniva concesso il termine - particolarmente breve - di un mese per sottoporre le proprie osservazioni in merito. Le tre lettere si concentrano esclusivamente su tre aspetti problematici, ovvero l’indipendenza della banca centrale ungherese e dell’autorità nazionale di protezione dei dati, l’abbassamento dell’età per il pensionamento dei giudici.[8] Il requisito della piena indipendenza dei membri delle banche centrali nazionali è previsto dall’art. 130 TFEU. Ad avviso della Commissione, sia la Costituzione che la nuova legge - cardinale - sulla banca centrale ungherese (MNB) vi recherebbero attentato: in particolare, quest’ultima prevede la partecipazione del ministro delle finanze alle riunioni del consiglio monetario, dando la possibilità al Governo di influenzare la MNB dall’interno; a sua volta, la Costituzione contiene una disposizione che consente la fusione fusione della MNB con l'autorità di vigilanza finanziaria: questo ne minerebbe l’indipendenza, perché il governatore diverrebbe un semplice vicepresidente.[9] Parimenti, il nuovo quadro costituzionale violerebbe l’indipendenza della magistratura: in particolare, l’abbassamento dell’età pensionabile di giudici e pubblici ministeri da 70 a 62 anni (la cui conseguenza pratica è il pensionamento coatto, nel solo 2012, di più di 200 giudici, che verrebbero ‘rimpiazzati’ dal nuovi Ufficio giudiziario nazionale, istituito e nominato dal nuovo parlamento), difettando di una giustificazione oggettiva e proporzionata,[10] configurerebbe una violazione della direttiva 2000/78/CE, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento (anche in relazione all’età) in materia di occupazione e di condizioni di lavoro.[11], [12]Infine, la Commissione ha prospettato un contrasto tra la decisione dell'Ungheria di creare - con effetto dal 1° gennaio 2012 - una nuova agenzia nazionale per la protezione dei dati, in sostituzione della preesistente autorità responsabile della protezione dei dati, e la direttiva 95/46/CE relativa alla tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati,[13] che impone agli Stati membri di istituire un'autorità di controllo incaricata di controllare l'applicazione della direttiva in completa autonomia. In particolare, La nuova legge ha posto fine al mandato del responsabile in carica con quasi tre anni di anticipo rispetto alla scadenza naturale, nonché la possibilità per il primo ministro ed il presidente di licenziare arbitrariamente il nuovo responsabile.[14]
Sebbene questi non siano gli unici profili oggetto di preoccupazione (e potenzialmente in contrasto con il diritto dell’Unione), si deve tuttavia ricordare che l’ambito di operatività del procedimento di infrazione è limitato alla violazione di obblighi incombenti agli Stati membri in virtù dei Trattati.[15] Come risulta dall’articolo 51(1) della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione, letta in combinato con la sua spiegazione, l’obbligo di rispettare i diritti fondamentali UE si impone agli Stati membri quando essi agiscono «nell’ambito di applicazione del diritto dell’Unione»:[16] sebbene la Corte di giustizia non abbia ancora fornito una classificazione esaustiva delle situazioni in cui tale condizione è soddisfatta, è tuttavia un dato acquisito che una violazione (non solo meramente potenziale, ma anche attuale) dei diritti fondamentali EU non è di per sé - ovvero, in assenza di un diverso collegamento con il diritto EU - idonea ad attivare la competenza della Corte di giustizia, né il potere della Commissione di iniziare una procedura di infrazione.[17] Per questi motivi, la Commissione ha dovuto limitare la propria iniziativa agli aspetti problematici rispetto ai quali è possibile individuare un collegamento con il diritto dell’Unione che non sia la presunta violazione di un diritto fondamentale garantito dalla Carta.[18]
Il 7 marzo 2012, completata la valutazione delle repliche inviate dal Governo ungherese, la Commissione ha ritenuto che l’Ungheria è venuta meno agli obblighi posti dalle direttive 2000/78/CE e 95/46/CE, ed ha pertanto inviato proseguito i relativi procedimenti di infrazione con l’invio di due pareri motivati. Al contempo, la Commissione ha inviato due lettere amministrative, chiedendo ulteriori chiarimenti rispetto alla questione della indipendenza dei giudici (con riferimento alla nuova legge sulla organizzazione dei tribunali) e della banca centrale nazionale.[19] Nel comunicato stampa si legge che, a motivo dell’urgenza della situazione (determinata dal fatto che molte leggi cardinali sono già in vigore), il termine concesso all’Ungheria per rispondere ai pareri motivati e alle lettere è di un mese, anziché - come di regola - due.
Da ultimo, il 25 aprile 2012, la Commissione ha deciso di proseguire le procedure di infrazione relative all’abbassamento dell’età pensionabile dei giudici e l’indipendenza dell’autorità garante della protezione dei dati. Per quanto riguarda la questione della indipendenza della banca centrale ungherese, invece, la Commissione ha manifestato la propria disponibilità a non proseguire oltre nella procedura, a condizione che l’Ungheria adotti effettivamente le modifiche da quest’ultima prospettate. Infine, rispetto alla questione dell’indipendenza della magistratura (in riferimento alla nuova legge relativa all’organizzazione dei tribunali), nel comunicato si legge che la Commissione continua ad avere delle preoccupazioni, in particolare circa il potere del presidente dell’Ufficio giudiziario nazionale di individuare il giudice che dovrà conoscere di una certa causa, nonché la possibilità di trasferire un giudice senza il suo consenso. Pertanto, la Commissione si impegna a continuare a monitorare la conformità del quadro nazionale con il diritto alla tutela giurisdizionale effettiva come tutelato dall’art. 47 della Carta, ed in particolare se l’Ungheria effettivamente adotterà le modifiche legislative all’esame del Parlamento ungherese. Prima dell’estate, la Vice-presidente Reding convocherà un meeting con il Network dei Presidenti delle Corti Supreme degli Stati membri,[20] dove il Ministro ungherese della giustizia, il presidente dell’Ufficio giudiziario nazionale, il presidente del Consiglio nazionale giudiziario ed i giudici della Corte costituzionale e della Corte Suprema ungheresi saranno invitati a spiegare la situazione dell’Ungheria. Si legge, infine, che la Commissione è pronta ad aprire una procedura di infrazione anche rispetto a tale questione, laddove risultasse che il diritto UE non viene applicato in modo effettivo da corti indipendenti.[21]
[1] Una versione in inglese del testo della nuova Costituzione ungherese è disponibile al seguente indirizzo: http://presidentialactivism.wordpress.com/2011/03/28/full-english-text-of-the-new-hungarian-constitution/.
[2] A questo proposito, e anche per indicazioni bibliografiche sull’argomento, si vada l’Editoriale ‘Hungary’s new constitutional order and «European unity»’, Common Market Law Review, 2012(3), p. 871 ss. Tra i contributi in italiano si segnalano M. Salvetti, ‘L’Ungheria e la nuova costituzione che preoccupa l’Europa’, 2012, http://www.associazionedeicostituzionalisti.it/sites/default/files/rivista/articoli/allegati/Salvetti_0.pdf, M. De Simone, ‘UNGHERIA: La nuova costituzione. Verso una deriva autoritaria?’, 2011, http://www.forumcostituzionale.it/site/images/stories/pdf/documenti_forum/telescopio/0029_desimone.pdf, e K. Kelemen, ‘UNGHERIA: Primi appunti sull’adozione della nuova Costituzione’, 2011, http://www.forumcostituzionale.it/site/images/stories/pdf/documenti_forum/telescopio/0028_kelemen.pdf.
[3] Si veda la Risoluzione del 5 luglio 2011 sulla Costituzione ungherese rivista: http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-2011-0315+0+DOC+XML+V0//IT.
[4] Tra il 2011 ed il 2012, la Commissione di Venezia per la democrazia attraverso il diritto (organo consultivo del Consiglio d’Europa istituito nel 1990) ha prodotto numerose opinioni sulla nuova Costituzione ungherese e le cosiddette ‘leggi cardinali’, reperibili al seguente indirizzo: http://www.venice.coe.int/site/dynamics/N_Search_ef.asp?L=E&;Text=hungary&S=0&C=0&Search=Title+Search.
[5] In particolare, le lettere inviate dal presidente della Commissione Barroso, dalla vicepresidente Reding (commissaria per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza) e dal vicepresidente Olli Rehn (commissario per gli Affari economici e monetari e l'euro).
[6] MEMO 12/9, 11 gennaio 2012, disponibile solo in inglese: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=MEMO/12/9&;format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=en.
[7] La struttura del procedimento di infrazione è riassunta, in questa Rubrica, nella segnalazione ‘Panoramica sullo stadio raggiunto dalle procedure di infrazione aperte nei confronti dell’Italia’.
[8] Si veda il comunicato stampa IP/12/24, 17 gennaio 2012: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/12/24&;format=HTML&aged=1&language=IT&guiLanguage=fr.
[9] Dal comunicato stampa IP/12/24 si evince che la Commissione ha ravvisato anche delle violazioni dell’art. 127(4) TFUE, dell’art. 14, par. 2, dello Statuto del Sistema europeo delle banche centrali, e dell’art. 4 della decisione del Consiglio 98/415/CE relativo alla consultazione della BCE in tempo utile (G.U. 1998 L 189, p. 42–43).
[10] Nel comunicato si legge che «la Commissione non ha individuato alcuna giustificazione oggettiva per trattare i giudici e i pubblici ministeri in maniera diversa rispetto ad altri gruppi, in particolare in un momento in cui l'età pensionabile in tutta l'Europa viene progressivamente innalzata, non certo abbassata. La situazione è ancora più discutibile sotto il profilo giuridico in quanto il governo ha già comunicato alla Commissione che intende innalzare l'età pensionabile generale a 65 anni».
[12] Il comunicato fa inoltre riferimento alla richiesta di informazioni, da parte della Commissione, circa la nuova legge sulla organizzazione dei tribunali.
[15] Cf. l’articolo 258 TFUE: «La Commissione, quando reputi che uno Stato membro abbia mancato a uno degli obblighi a lui incombenti in virtù dei trattati, emette un parere motivato al riguardo, dopo aver posto lo Stato in condizioni di presentare le sue osservazioni».
[16] Si veda, ex multiis, sentenza 29 maggio 1997, Causa C-299/95, Kremzow [1997], Raccolta, p. I-2629, para. 18.
[17] Si vedano, in proposito, le considerazioni della vice-presidente della Commissione Reding
[18] Non è invece limitato al «campo di applicazione del diritto dell’Unione» l’ambito di (potenziale) operatività del meccanismo sanzionatorio previsto dall’art. 7 TEU, che può al contrario essere utilizzato in caso di violazione gravi e persistenti (o, addirittura, il rischio evidente di violazioni gravi) da parte di uno Stato membro dei valori di cui all’art. 2 TEU, anche laddove queste violazioni non abbiano alcun nesso con il diritto UE (sul tale meccanismo si veda la comunicazione della Commissione Rispettare e promuovere i valori sui quali è fondata l'Unione, COM(2003) 606 def: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2003:0606:FIN:IT:PDF). Si fa notare che, in una risoluzione del 16 febbraio 2012, il Parlamento europeo invitava a valutare l’opportunità di adottare delle misure sulla base dell’art. 7 TEU: http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=TA&;reference=P7-TA-2012-0053&language=IT.
[19] Si veda il comunicato IP/12/222, 7 marzo 2003, http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/12/222&;format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=EN, e MEMO 12/165, http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/12/222&;format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=EN.
[21] IP/12/395, 25 Aprile 2012: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/12/395&;type=HTML.