Art. 144, commi 1-bis, 5-bis, 5-ter, r.S.Art. 144, commi 1-bis, 5-bis, 5-ter, r.S.
Motivi della segnalazione
La riforma organica del Regolamento del Senato ha disposto che i progetti di atti legislativi dell'Unione europea sono deferiti alle Commissioni, nelle materie di loro competenza ma (è questa la novità più significativa) attribuisce in capo alla 14ª Commissione la verifica sul rispetto dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità da parte degli stessi (art. 144, comma 1-bis, r.S.).
Si tratta, in pratica, dell'abbandono di quello che era il modello proprio del Senato nell'esame dei progetti legislativi dell'Unione europea, così come delineato dalla Circolare del Presidente del Senato del 1° dicembre 2009: un esame del rispetto del principio di sussidiarietà, cioè, svolto sia da parte della Commissione competente sia da parte della 14ª Commissione Politiche dell'Unione europea. E di un'assimilazione al "modello Camera", secondo il quale, ai sensi del parere della Giunta per il regolamento del 6 ottobre 2009, il rispetto del principio di sussidiarietà è rimesso alla sola XIV Commissione Politiche dell'Unione europea.
Inoltre, la Commissione competente, qualora abbia riscontrato la possibile violazione del principio di sussidiarietà, rimette tale aspetto all'esame della 14ª Commissione Politiche dell'Unione europea, la quale può chiedere che il parere sia inviato, per il tramite del Presidente del Senato, ai Presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio dell'Unione europea e della Commissione europea (art. 144, comma 5-bis, r.S.). Qualora il parere approvato dalla 14ª Commissione riscontri la violazione del principio di sussidiarietà, il Governo o un quinto dei componenti la Commissione può chiedere che la questione sia esaminata dall'Assemblea.
Siffatta assimilazione della verifica del rispetto del principio di sussidiarietà al "modello Camera" è stata accolta con sfavore da alcuni Autori, sul presupposto che il "modello Senato" fino ad oggi vigente, da un lato, fosse "più coerent[e] con l'approccio fin qui prevalso in sede europea, che ha valorizzato la natura politica del controllo di sussidiarietà e la sua connessione con il c.d. "dialogo politico""; dall'altro, consentisse "l'adozione di un maggior numero di pareri motivati, anche grazie all'iniziativa di singole commissioni di merito", profilo quest'ultimo che tuttavia è stato forse visto dal Senato stesso proprio come il punto critico del sistema stesso, per il rischio di incoerenza tra le proprie posizioni e quelle della Camera e, soprattutto, del Governo (cfr. N. LUPO, La riforma del (solo) regolamento del Senato alla fine della XVII legislatura, in Forum di Quaderni costituzionali, 2018, n. 1, p. 3). In questa Rubrica dell'Osservatorio, non si è mancato peraltro di segnalare i numerosi pareri motivati resi dalle commissioni di merito del Senato (cfr., ad esempio, nel n. 2/2017, la scheda La 10ª Commissione del Senato esprime un parere contrario, specie sub specie del principio di proporzionalità, su una proposta di direttiva di modifica della c.d. direttiva servizi; oppure, nel n. 1/2017 la scheda La 9ª Commissione Agricoltura e produzione agroalimentare del Senato esprime parere motivato contrario su una proposta di regolamento in materia di bevande spiritose) che testimoniavano l'attivismo del Senato (derivante dalle potenzialità del proprio "modello") che ci si augura non vada disperso con l'adozione del "modello Camera" nel nuovo Regolamento.