Con proprio decreto del 3 maggio 2023, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie ha istituito una Commissione con compiti di studio e analisi sui temi legati all’organizzazione e al funzionamento del c.d. sistema delle Conferenze.
Ai sensi del decreto istitutivo, la suddetta Commissione procederà al riconoscimento dello stato attuale così da stabilire se sia più opportuno giungere a una modificazione delle fonti di rango primario (e.g. d.lgs. n. 281/1997) o positivizzare le prassi nel frattempo affermatesi in uno o più regolamenti interni.
A queste due soluzioni - le uniche apparentemente percorribili, guardando al testo del decreto - si accosta quella che il Ministro nella sua dichiarazione definisce l’opzione zero, ossia il mantenimento dello status quo per come consolidatosi[1]. L’operato della Commissione sarà verosimilmente legato al dibattito sulle riforme istituzionali e alle suggestioni di costituzionalizzazione del Sistema delle conferenze.
Stante questo ventaglio di possibilità – dalla riforma radicale alla conservazione senza rettifiche – la Commissione si vede sostanzialmente investita del compito di svolgere una istruttoria, nei confronti del Governo, su una questione delicata e di grande attualità, quale il raccordo tra Stato, Regioni e Autonomie locali.
La Commissione è costituita da diciotto membri provenienti dal Dipartimento degli affari regionali e delle autonomie, dal Ministero dell’Interno, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, dalle Conferenze medesime, dalle istanze associative degli enti locali, dall’accademia.
Tra i profili di più vivo interesse del Sistema delle conferenze, su cui la Commissione dovrà esprimersi, vi è l’informalità procedurale sinora conosciuta da tali organi. Un’informalità, che risulta essere oggi un’arma a doppio taglio: se da un lato consente di procedere più speditamente, affidandosi al lavoro istruttorio degli uffici delle amministrazioni centrali e territoriali, dall’altro non offre soluzioni laddove posizioni opposte non si contemperino secondo una logica compromissoria.
Tra le direttrici dei lavori della Commissione[2] vi è la riflessione su istituti tipici del regionalismo nostrano previsti dal d.lgs. 281/1997 (e.g. parere, accordo, intesa), i quali potrebbero conoscere un’evoluzione alla luce dei mutati assetti nel sistema delle fonti e nella forma di governo.
La Commissione è chiamata a concludere i propri lavori per il 31 maggio 2024.
[1] Intervento del Ministro per gli affari regionali e le autonomie in occasione dell’insediamento della Commissione di studio, Roma, 31 maggio 2023: https://www.affariregionali.it/media/509097/intervento-ministro-31-maggio-2023-insediamento-commissione-sistema-conferenze-def.docx (23/06/2023)
[2] ibidem.