Numeri speciali

Cartella Speciale - Tosi Ricerca 2024 (2024)

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Forma di governo e ordinamento regionale

di Andrea Eugenio Chiappetta, Andrea Orsini, Benedetta Travali, Giulia Donati, Maria Chiara Moscatello, Matteo Demetri

 

SOMMARIO:  Introduzione; 1) Considerazioni sulla nascita ed il mutamento dell’assetto regionale in Italia: 1. La questione regionale – 2. L’autonomia statutaria delle regioni in materia di forma di governo locale – 3. L’aspirazione stabilizzatrice del legislatore, tra essere e valore; 2) L'elezione diretta del presidente di regione: punti di forza e criticità derivanti dalla prassi degli ultimi vent'anni: Premessa 1. L’elezione del Presidente di Regione nello sviluppo storico-istituzionale-politico – 2. Dalle previsioni costituzionali al diritto vivente: la giurisprudenza costituzionale – 3. Il Limite dei mandati consecutivi dei Presidente di Regione: breve digressione su una problematica di stretta attualità. – 4. Aspetti positivi e criticità emergenti dalla prassi degli ultimi vent’anni. Il trade-off tra rigidità e stabilità; 2.1) L’elezione del vice presidente di giunta: vent’anni dal “caso Calabria” e possibili suggestioni sulla forma di governo nazionale: 1. Il principio del simul stabunt vel simul cadent nella forma di governo regionale – 2. Forma di governo e forma di stato nella distribuzione dei poteri regionali – 3. La riproducibilità del modello regionale nel sistema nazionale – 4. ‘Premierato’ e punti critici di contatto con il modello calabrese del ticket presidenziale – 5. Limiti e principi comuni (un cenno); 2.2) I rapporti tra presidente e assessori nel modello regionale: 1. Le ibridazioni tra forma di governo presidenziale e forma di governo parlamentare nell’esperienza regionale – 2. Gli assetti della Giunta regionale – 3. La nomina e la revoca degli assessori – 4. Potere di revoca e sfiducia individuale. Prospettive alla luce della riforma costituzionale; 2.3) La disciplina elettorale regionale, tra elezione diretta del presidente della giunta e composizione consiliare: 1. Introduzione: come il sistema elettorale regionale influisce sulla forma di governo statale? – 2. L'evoluzione della legislazione elettorale regionale: l'articolo 122 delle origini e la legge 108/1968 – 2.1. La legge 43/1995 e il suo "innesto" maggioritario – 2.2. Il sistema elettorale delle Regioni ordinarie riformato ai sensi della legge costituzionale 1/1999 – 3. Da uno a molti: affinità e divergenze fra le Regioni in ordine ai sistemi elettorali "in senso stretto"... – 3.1. ...e in alcuni aspetti della "legislazione elettorale di contorno" – 4. Brevi cenni alla normativa elettorale delle Regioni a statuto speciale – 5. Conclusioni; 2.4.) I modelli di statuto delle opposizioni nelle esperienze regionali: 1. Una preliminare questione terminologica: minoranza, opposizione od opposizioni – 2. La tutela delle opposizioni negli statuti e nei regolamenti consiliari regionali – 3. Il volto dell’opposizione: portavoce e rappresentante – 4. Prospettive nell’ottica della riforma costituzionale; 3) Il ruolo dei consigli regionali. Spunti per una riflessione sulla forma di governo nazionale: 1. L’insostenibile leggerezza delle assemblee elettive: riflessioni sulla crisi di rappresentatività e di identità dei Consigli regionali – 2. La valorizzazione degli strumenti di controllo. Prospettive per un rafforzamento del ruolo consiliare; 3.1) La qualità della normazione regionale: 1. La crisi del sistema di unitarietà delle fonti e il suo impatto sulla tecnica normativa – 2. Gli strumenti di analisi della normazione – 3. Implicazioni costituzionali della chiarezza normativa attraverso le pronunce della Corte Costituzionale; 3.2) L’impatto del regionalismo differenziato sul potere normativo delle regioni: 1. La natura composita dello Stato regionale: convivenza di regimi giuridici differenziati – 2. La configurazione della potestà legislativa regionale differenziata – 3. I tentativi passati di attuazione della clausola e le ragioni dei fallimenti – 4. Conclusioni: l’autonomia differenziata chiamata al collaudo.

 

Introduzione alla ricerca

di Andrea Cardone, Paolo Caretti, Massimo Morisi

 

La forma di governo in Italia: dalle origini storiche alle prospettive di riforma

di Andrea Arghittu, Bianca Ciccotosto, Federico Micari, Gabriele Di Girolamo, Michela Cicino, Tommaso Saccardi

 

SOMMARIO: Introduzione; 1) L’origine storica della forma di governo italiana: dal periodo costituzionale provvisorio all’entrata in vigore della costituzione repubblicana 1. Il periodo transitorio: dalla caduta del Fascismo alla prima Costituzione provvisoria – 2. Il Ministero per la Costituente e la Commissione per Studi attinenti alla riorganizzazione dello Stato – 3. La Commissione dei ’75: la II sottocommissione e i lavori sull’organizzazione costituzionale dello Stato – 4. La definizione degli articoli della Carta costituzionale italiana: l’Assemblea costituente; 2) Solo una questione di metodo? Epistemologia, strumenti e limiti dell’ingegneria costituzionale tra potere costituente e revisione costituzionale: 1. Cambiare la Costituzione: il tema del “limite” tra politica costituzionale e politica di revisione costituzionale. 2. In principio fu il potere costituente: genesi ed evoluzione di una dottrina. – 3. Nessun grado di separazione? Il labile confine tra il potere costituente e la potestà di revisione costituzionale. – 4. E il verbo si fece carne: epistemologia del potere di revisione costituzionale. – 5. Un problema di “capienza”: rigidità costituzionale e limiti alla revisione nell’ordinamento italiano. – 5.1. Il limite esplicito: l’insuperabilità della forma repubblicana. – 5.2. Oltre la siepe: il “buco nero” dei limiti impliciti. – 5.3. Quale rigidità per il 138 Cost.? Sulla configurabilità di procedimenti di revisione “eterodossi”. – 6. Considerazioni conclusive: la “questione del metodo” rileggendo il messaggio alle Camere del Presidente Cossiga sulle riforme costituzionali; 3) Il presidente del consiglio dal 1948 a oggi. Sempre uguale, eppure sempre diverso…: 1. Considerazioni introduttive: una scarna disciplina costituzionale e alcune fasi di rilievo – 2. De Gasperi e il “governo del primo ministro” dalla Costituente alla I legislatura – 3. Il Presidente del Consiglio dal centrismo al compromesso storico, un albero nella foresta dei partiti – 3.1. La pretesa di governabilità degli anni Ottanta: il rapporto Giannini, il decalogo Spadolini e i tentativi di riforma (ancora) mancati – 4. La svolta del 1988, l’avvento di un nuovo sistema politico e un tentativo di bipolarismo. Un Presidente di fronte al paradosso. 4) L’elezione diretta del presidente del Consiglio dei ministri: l’esperienza israeliana e il disegno di legge costituzionale n. 935 del 2023: 1. Introduzione – 2. La forma di governo «neoparlamentare» nelle teorizzazioni di Maurice Duverger, Serio Galeotti e Augusto Barbera – 3. La sperimentazione dell’elezione diretta del Primo Ministro nell’esperienza israeliana – 4. Il disegno di legge costituzionale n. 935 del 2023: considerazioni preliminari – 4.1 Le anomalie connesse all’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri e all’istituzione del Premier subentrante – 4.2 La costituzionalizzazione del premio di maggioranza e la codipendenza genetica del Parlamento all’esecutivo – 5. Considerazioni conclusive; 5) Il “perfetto imperfettismo” del disegno di legge costituzionale A.S. 935 e la modifica dell’art.94 della Costituzione: L’impatto dell’elezione diretta del Presidente del consiglio sui procedimenti fiduciari: 1. Premessa. L’art. 94 come chiave di volta della forma di governo parlamentare italiana e il tentativo di un suo superamento; 2. L’introduzione del principio simul stabunt simul cadent in versione temperata; 2.1 La mozione di fiducia e l’ipotesi della seconda reiezione delle Camere; 2.2 La mozione di sfiducia e l’immediato scioglimento delle Camere; 3. Le diverse conseguenze dei procedimenti fiduciari di impulso governativo; 3.1 Un paio di (ulteriori) annotazioni critiche; 4. Una rivitalizzazione del programma di Governo oltre la retorica?; 5. Il dichiarato contrasto ai governi tecnici nella visione della maggioranza; 6. Conclusioni: tra riforma e rottura. 6) Presidente della repubblica e premierato: verso una nuova configurazione dei poteri del capo dello stato: 1. Premessa 2. Alcune note sul dibattito in Assemblea costituente 3. I poteri di intermediazione politica alla luce della prassi costituzionale; 4. La riforma del premierato: un nuovo ruolo del Capo dello Stato? 5. Considerazioni conclusive.

 

Uno sguardo comparato: dinamiche evolutive della forma di governo tra Germania, Francia e Stati Uniti d’America

di Lorenzo De Carlo, Antonio Foti, Veronica Liuzzi, Francesco Menicocci, Lapo Montelatici, Maria Chiara Nuzzo, Castrese Principe, Diego Romano, Leonardo Scacchi

 

Sezione I - La forma di governo in Germania

SOMMARIO: 1) La razionalizzazione della forma di governo parlamentare attraverso il “principio costruttivo”: 1. La teoria della razionalizzazione: Boris Mirkine-Guetzvévitch. – 2. L’esperienza di Weimar e le prime proposte della dottrina tedesca. – 3. Il rapporto fiduciario nella sistematica della Grundgesetz. – 3.1 La formazione del Governo: articoli 63 e 64 GG. – 3.2 La sfiducia costruttiva e la questione di fiducia: articoli 67 e 68 GG. – 4. Aspetti critici della sfiducia costruttiva. – 5. Conclusioni: il “principio costruttivo” e la forma di governo parlamentare italiana.; 2) La stabilità del modello tedesco nel processo evolutivo dei partiti: punti di contatto con il modello italiano: 1. Elementi di stabilità: forma di governo, la legge sui partiti e la legge elettorale. – 2. La stabilità nel processo evolutivo dei partiti. – 3. L’allargamento dello spazio politico: Die Linke e Afd. – 4. Punti di contatto e di distacco tra modello tedesco e modello italiano; 3) Il rendimento della forma di governo nell’esperienza tedesca tra giurisprudenza costituzionale e prassi: 1. Genesi della Bundesverfassungsgericht: la fase costituente del secondo dopoguerra – 2. La stabilizzazione del sistema politico nella giurisprudenza della Corte costituzionale federale – 2.1. Il problema dell’uguaglianza delle formazioni politiche all’interno delle leggi elettorali – 2.2. Il partito c.d. antisistema e la “democrazia protetta” (Verfassungsschuts) – 3. Ulteriori riferimenti della Bundesverfassungsgericht – 3.1. La questione di fiducia – 3.2. I regolamenti normativi – 4. Conclusioni: una breve valutazione tra forma di governo tedesca e italiana.


Sezione II - La forma di governo in Francia

SOMMARIO: 1) il contesto storico della nascita del semipresidenzialismo francese: 1. Dalla resistenza alla liberazione, gli ultimi anni della Terza Repubblica. – 1.1 La costituzione del 1946. – 1.2. L’affermarsi di una repubblica parlamentare. – 1.3 I tentativi di razionalizzazione nella Quarta Repubblica, la “Loi Scélerate” e “la reformette” – 1.4 Il sistema partitico francese a confronto con l’esperienza italiana. – 2 La fine della Quarta Repubblica ed il ritorno di De Gaulle. – 2.1 La proclamazione della Quinta Repubblica – 2.2 La Quinta Repubblica alla prova, la risoluzione del conflitto algerino. – 2.3. L’esperienza gollista vista dall’Italia; 2) Tendenze e linee evolutive della forma di governo semipresidenziale in Francia: 1. Il dettato costituzionale in tema di potere esecutivo. – 2. I poteri del presidente della Repubblica dispensées du contreseing – 3. I rapporti tra presidente della Repubblica e Primo ministro. – 3.1. Le procedure di nomina e di revoca del Primo ministro. – 3.2. I rapporti con i Ministri, con il Consiglio dei ministri e con il Consiglio di gabinetto. – 4. Il “dominio riservato” del presidente della Repubblica. - 5. La responsabilità del presidente della Repubblica. – 5.1. La responsabilità del Primo ministro e dei membri del Governo; 3) Presidenzialismo e parlamentarismo nel contesto del semipresidenzialismo francese: 3.1. I rapporti tra Presidente della Repubblica e Camere. – 3.1.1. La responsabilità del Capo dello Stato di fronte al Parlamento costituito in Alta Corte. – 3.1.2. – L’allineamento dei mandati e l’inversione del calendario elettorale. – 3.1.3. I poteri del Capo dello Stato nei confronti delle Camere. – 3.2. I rapporti tra Governo e Camere. – 3.2.1. Il rapporto di fiducia e il fenomeno della cohabitation. – 3.2.2. Le modalità di intervento del Governo sui lavori parlamentari. – 3.2.3. L’iniziativa legislativa. – 3.3. Gli sviluppi più recenti: tra assestamento della forma di governo e sconvolgimento del sistema dei partiti.

 

Sezione III - La forma di governo negli Stati Uniti d’America

SOMMARIO: 1) Il Presidente degli Stati Uniti. Una prospettiva storica della sua evoluzione: 1. La Convention di Filadelfia. – 2. La Costituzione americana: divisione dei poteri e checks and balances. – 3. L’evoluzione della figura del Presidente. – 3.1. Il Presidente degli Stati Uniti durante il XIX secolo. – 3.2. Il Presidente degli Stati Uniti durante il XX secolo; 2) L’equilibrio dei poteri e l'esercizio della funzione legislativa nell'esperienza statunitense, alla luce della riforma del c.d. Premierato: 1. Introduzione. Gli Stati Uniti e l’equilibrio tra poteri dentro l’elezione diretta del Presidente. – 2. La delega legislativa in un sistema presidenziale: il contributo della giurisprudenza della Corte Suprema nel rapporto tra Congresso e Presidente. – 3. Veto presidenziale e Divided Government. Congresso e Presidente in contatto tra scontro e incontro. – 4. Prospettive di riforma e conclusioni; 3) Italia-Usa: tra riforma del premierato e presidenzialismo; sistemi elettorali a confronto: 1. Costituzioni e sistema elettorale. – 1.1 Modifiche costituzionali e risvolti empirici. – 2. Il federalismo americano e rapporti fra i poteri: una panoramica. – 3. Caratteristiche e funzionamento del sistema elettorale americano. – 4. La riforma del premierato e le differenze con il sistema elettorale americano. – 5. Il gerrymandering e la lotta verso l’equità rappresentativa. – 5.1. Il political gerrymandering ed il racial gerrymandering. – 6. Il principio di rappresentanza: prospettive di cambiamento attraverso la giurisprudenza della Corte Suprema.

 

Osservatorio sulle fonti

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