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(Sentenza della Corte di Cassazione n. 1602 del 2020)

Con la sentenza n. 1602 del 2020 la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio una sentenza della Corte di Appello di Milano che condannava due cittadini italiani per aver commesso il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale di cui all’art. 604 bis cp. Questa disposizione, che costituisce attuazione della Convenzione ONU per l’eliminazione della discriminazione razziale, prevede: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito:

Titolo completo della segnalazione "Rimessa alla Corte di giustizia la decisione sulla legittimità della previsione dell’ulteriore presupposto del possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo per il riconoscimento degli assegni di maternità e di natalità a stranieri titolari del permesso unico di lavoro"

Ordinanza n. 182/2020 – Giudizio di legittimità costituzionale in via incidentale
Deposito del 30/07/2020 – Pubblicazione in G.U. del 05/08/2020 n. 32

Motivo della segnalazione

La questione di legittimità è stata sollevata con riferimento ad una norma della legge di bilancio 2015 (l. 23 dicembre 2014 n.190) e all’art. 74 del d. lgs. 26 marzo 2001, n. 151, in materia di “tutela e sostegno della maternità e paternità”, da parte della Corte di Cassazione. I parametri evocati erano costituiti dagli art. 3 e 31 della Carta di Nizza, e dagli art. 3, 31 e 117, primo comma, della Costituzione, in ordine alla presunta illegittimità costituzionale, prevista nelle norme indubbiate, del prerequisito del possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo per l’erogazione, a stranieri, di prestazioni sociali quali l’assegno di maternità e l’assegno di natalità.

Sentenza n. 169 del 2020 – Giudizio di legittimità costituzionale in via incidentale
Deposito del 28/07/2020 – Pubblicazione in G. U. 29/07/2020

Motivo della segnalazione

La decisione è stata originata dall’impugnazione in via incidentale dell’art. 10, l. n. 124/2015, contenente delega al governo per la riforma delle camere di commercio, nonché della disposizione del decreto legislativo delegato che, al fine di dare piena attuazione ai pruncipi della delega, aveva previsto l’adozione di un atto sublegislativo e disciplinato il relativo procedimento di adozione (art. 3, d.lgs. n. 219/2016). Ad avviso del rimettente TAR Lazio, la legge di delegazione sarebbe stata illegittima per violazione del principio di leale collaborazione, in quanto essa non avrebbe assicurato un adeguato coinvolgimento delle Regioni nella fase di approvazione del decreto legislativo concernente la riforma delle camere di commercio: in particolare, per aver previsto un mero parere e non l’intesa tra Stato e Regioni sullo schema dell’atto legislativo.

Sentenza n. 168 del 2020 – Giudizio di legittimità costituzionale in via incidentale
Deposito del 27/07/2020 – Pubblicazione in G. U. 29/07/2020

Motivo della segnalazione

La decisione merita di essere segnalata per via di alcune precisazioni in essa contenute, relative alle modalità con cui deve svolgersi il sindacato di costituzionalità sulle norme provvedimentali, e per le implicazioni che ne discendono nel caso di specie. L’occasione per esprimere tali precisazioni è data da alcune questioni di legittimità costituzionale riguardanti il  d.l. n. 109 del 2018 (c.d. “decreto Genova”): nel loro esame, la Corte muove infatti dall’assunto, espresso dai giudici rimettenti (TAR Liguria, con diverse ordinanze), che l’atto impugnato ha carattere provvedimentale, in quanto contiene previsioni «di contenuto particolare e concreto» che incidono «su un numero limitato di destinatari, attraendo alla sfera legislativa quanto normalmente affidato all’autorità amministrativa» (sentenza n. 114 del 2017). 

Sentenza n. 152 del 2020 – Giudizio di legittimità costituzionale in via incidentale
Deposito del 20/07/2020 – Pubblicazione in G.U. del 22/07/2020, n. 30

Motivo della segnalazione

Nella sentenza n. 152 del 2020 la Corte costituzionale ha esaminato le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 12, primo comma, della legge n. 118 del 1971 e dell’art. 38, comma 4, della legge n. 448 del 2001, in tema di prestazioni assistenziali connesse all’invalidità civile, sollevate dalla Corte di appello di Torino, sez. lavoro, per violazione degli artt. 3, 38, primo comma, 10, primo comma, e 117, primo comma, della Costituzione.
In particolare, ad avviso del giudice rimettente, l’art. 12, primo comma, della legge n. 118 del 1971 lederebbe i parametri evocati nella parte in cui attribuisce al soggetto totalmente inabile, affetto da gravissima disabilità e privo di ogni residua capacità lavorativa, una pensione di inabilità insufficiente a garantire il soddisfacimento delle minime esigenze vitali; la seconda disposizione è, invece, censurata nella parte in cui subordina il diritto all’incremento dei benefici assistenziali per gli invalidi civili totali al raggiungimento del requisito anagrafico del sessantesimo anno di età, anziché al superamento del diciottesimo anno di età.

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