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Dall’analisi condotta sulla legislazione delle Regioni a Statuto ordinario, risulta che solo 8 Regioni hanno introdotto disposizioni finalizzate a garantire la parità di genere nei processi relativi alle nomine e alle designazioni di competenza regionale.
Nella maggior parte dei casi si tratta di disposizioni contenute nell’unica legge che disciplina le nomine e le designazioni di competenza regionale; in taluni casi (come in Lombardia) ci troviamo di fronte a due fonti normative: una che regola le nomine di competenza del Consiglio regionale, l’altra quelle di competenza della Giunta. In altri casi, invece, il principio relativo alla parità di genere viene espresso all’interno della normativa relativa alla disciplina del sistema organizzativo regionale, che contiene anche disposizioni relative alla dirigenza e al personale regionale (Lazio).
Come si può vedere dalla scheda qui sotto, le disposizioni relative alla parità di genere sono state perlopiù aggiunte in un momento successivo, anche sulla spinta dell’approvazione dei nuovi statuti regionali, i quali hanno inserito, tra i principi ispiratori, quello della parità di genere.

Nel recente periodo, il regionalismo differenziato ha rappresentato uno dei temi di maggiore rilievo per le Regioni italiane a statuto ordinario e una delle possibili chiavi di lettura del modello autonomistico dei prossimi anni. Si tratta di un processo che, pur in forme e modalità assai differenti, vede coinvolte tutte le autonomie regionali potenzialmente interessate e che, solo negli ultimi mesi, ha trovato una sua centralità nel dibattito pubblico.
Per queste ragioni, seguendo le indicazioni della Direzione della Rivista, si è deciso di procedere alla pubblicazione degli atti di maggior rilievo, al fine di contribuire ad un dibattito scientifico che metta in luce le conseguenze derivanti dall’attivazione della procedura in oggetto.

Negli ultimi sei mesi dell’attività legislativa il Consiglio regionale ha approvato otto leggi regionali.

La Legge Regionale 31 luglio 2019, n. 12, Prima variazione di bilancio per l'avvio delle attività del"Mater Olbia", autorizza, in attesa della stabile definizione del quadro finanziario per l’acquisto di prestazioni da operatori privati accreditati con il SSR, la spesa di 52.100.000 euro per gli anni 2020 e 20121, nonché una spesa pari a 8.500.000 per le funzioni assistenziali del centro di ricerca medica applicata.

L’attività legislativa della Regione Siciliana del periodo maggio - agosto del 2019 è consistita nella approvazione di otto leggi, tre delle quali sono state oggetto di impugnativa da parte dello Stato ai sensi dell’art. 127 della Costituzione. 

1. Merita di essere segnalata innanzitutto la legge 6 maggio 2019, n. 5 Individuazione degli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura autorizzatoria semplificata con la quale la Regione Siciliana ha recepito nell’ordinamento regionale le disposizioni contenute nel D.P.R. 13 febbraio 2017, n. 31 (Regolamento recante l’individuazione degli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura autorizzatoria semplificata), introducendo tuttavia alcune modifiche. Buona parte di queste sono state oggetto di impugnazione da parte dello Stato, giusta delibera del Consiglio dei Ministri del l’11 luglio 2019. 

Osservatorio sulle fonti

Rivista telematica registrata presso il Tribunale di Firenze (decreto n. 5626 del 24 dicembre 2007). ISSN 2038-5633.

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