Fonti delle Regioni ordinarie

Rubriche

CONS. STATO, sez. VI, 10 dicembre 2018, n. 6951

Il Cons. Stato premette, in linea di diritto, che con l'ordinanza contingibile e urgente ex art. 54, comma 4, d.lgs. n. 267/2000 - in presenza dei presupposti dell'urgenza e della necessità, nel caso di specie integrati dai danni provocati sul tratto di arenile in questione da forti mareggiate registrate ca. 10 giorni prima dell'adozione dell'ordinanza - può, in astratto, essere disposta anche la realizzazione opere strutturali 'urgenti', purché le stesse, nel caso concreto, siano indefettibili per prevenire ed eliminare gravi pericoli che minaccino l'incolumità pubblica, ossia per raggiungere le finalità normativamente predeterminate dalla citata disposizione legislativa, con la precisazione che l'adeguatezza della misura in concreto adottata in rapporto al fine perseguito è da valutare caso per caso, secondo criteri di ragionevolezza e proporzionalità.

T.A.R. CAMPANIA, Napoli, 12 novembre 2018, n. 6550

Le ordinanze contingibili e urgenti di competenza del Sindaco, quale ufficiale del Governo, sono strumenti apprestati dall'ordinamento per fronteggiare situazioni impreviste e di carattere eccezionale, per le quali sia impossibile o inefficace l'impiego di rimedi ordinari, e si presentano quindi quali mezzi di carattere residuale, espressione di norme di chiusura del sistema, i cui tratti distintivi sono costituiti dall'atipicità, dalla valenza derogatoria rispetto agli strumenti ordinari, dal presupposto della concreta minaccia all'interesse pubblico tutelato dalla norma e dall'eccezionalità e gravità del pericolo, dall'attitudine a produrre effetti anche non provvisori se la specifica condizione di imminente ed effettivo rischio da contrastare lo richieda, dalla necessaria sommarietà degli accertamenti che ne precedono l'emissione pur nel rispetto dell'esigenza che l'istruttoria si fondi su elementi concreti ed attendibili e non su mere presunzioni, dalla connaturata semplificazione procedimentale dell'iter e, infine, da un onere motivazionale circoscritto agli aspetti essenziali della decisione.

T.A.R. FRIULI-VENEZIA GIULIA, Trieste, 5 novembre 2018, n. 340

L'ordinanza emessa dal Sindaco del Comune di Marano Lagunare, volta a riaffermare e conservare i diritti di uso civico apparentemente incisi dall'esecuzione degli atti della Regione, non risulta sorretta dai presupposti prefigurati dall'art. 50 TUEL, testualmente riconducibili "all'urgente necessità di interventi volti a superare situazioni di grave incuria o degrado del territorio, dell'ambiente e del patrimonio culturale o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana" (comma 5).

T.A.R. CAMPANIA, Salerno, 13 novembre 2018, n. 1632
Non può affermarsi che con l'impugnato Regolamento, il consiglio comunale, nello stabilire - ai sensi dell'art. 50, comma 7, TUEL - gli indirizzi da fornire al sindaco, di fatto, in via illegittima, non avrebbe lasciato alcun margine di discrezionalità a quest'ultimo.
Per contro, ai sensi dell'art. 42 TUEL, il potere regolamentare generale è attribuito al consiglio comunale, in quanto organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo.

CONS. GIUST. AMM. SICILIA, sez. giurisd. 7 gennaio 2019, n. 9

Il comune appellante insisteva sull'erroneità della sentenza appellata nella parte in cui ha ritenuto illegittimi gli artt. 7 e 9, comma 2, e l'allegato C) del regolamento del Comune di Cammarata di gestione del corretto insediamento urbanistico e territoriale delle stazioni radio.
Per appellante con l'art. 7 del regolamento non sono stati posti generici divieti o limitazioni, che si traducessero in un divieto assoluto e generico delle installazioni di cui si tratta, ma sono stati dettati criteri per la localizzazione degli impianti sulla base di un ordine di priorità, come indicato dall'art. 5 del regolamento.

CONS. STATO, sez. V, 11 marzo 2019, n.1614

L'art. 4 d.lgs. 14 marzo 2011, n. 23 ha introdotto nell'ordinamento tributario l'imposta di soggiorno, disponendo, al primo comma, che “i Comuni capoluogo di provincia, le unioni di comuni nonché i comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d'arte possono istituire un'imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sul proprio territorio”.
Per l'individuazione dei comuni legittimati ad istituire l'imposta di soggiorno, che non sono capoluoghi di provincia, vi è rinvio, dunque, ad "elenchi regionali" di località turistiche o città d'arte.

T.A.R. LIGURIA, Genova, 19 novembre 2018, n. 893

Il regolamento comunale impugnato (“Regolamento per l'applicazione dei canoni concessori non ricognitori" di cui all'art. 27, commi 7 e 8 d.lgs. 285/92), coerentemente con il suo nomen iuris, ha indubbiamente contenuto normativo, in quanto individua, con previsioni generali e astratte, le tipologie di concessioni sottoposte al canone concessorio non ricognitorio, i relativi presupposti applicativi e i criteri di quantificazione del canone”. Come la giurisprudenza del Consiglio di Stato ha ripetutamente affermato, rispetto agli atti di contenuto normativo (tra i quali evidentemente rientra il regolamento oggetto del giudizio), è soltanto con il successivo atto applicativo che si viene a radicare tanto l'interesse al ricorso, quanto la legittimazione a ricorrere (C.S. V 2 novembre 2017 n. 5071).

CONS. STATO, sez. V, 12 marzo 2019, n.1645; CONS. STATO, sez. V, 12 marzo 2019, n.1646; CONS. STATO, sez. V, 12 marzo 2019, n. 1647

Con il primo motivo di gravame la società appellante deduceva che, contrariamente a quanto ritenuto dal primo giudice, nel caso di specie non si potesse parlare di tardività dell'impugnazione dell'atto presupposto (la delibera comune di Roma n. 18 del 2016), essendo stato tempestivamente impugnato l'atto attuativo senza il quale nessun rilievo poteva avere la previsione generale ed astratta (recata dal regolamento) dell'obbligo di pagare "una somma". L'appellante richiamava, a fondamento di tale censura, un precedente della Sezione con il quale veniva fatta applicazione del consolidato principio per cui, in linea generale e di principio, rispetto agli atti di contenuto normativo è soltanto con il successivo atto applicativo che si viene a radicare tanto l'interesse al ricorso, quanto la legittimazione a ricorrere.

CASS. CIV., sez. trib., 27 marzo 2019, n. 8532
Ai fini della rappresentanza in giudizio del comune l’autorizzazione alla lite non costituisce più, in linea generale, atto necessario ai fini della proposizione o della resistenza all'azione; ma lo statuto comunale (atto a contenuto normativo, direttamente conoscibile dal giudice) o anche i regolamenti municipali, nei limiti in cui ad essi espressamente rinvii lo stesso statuto, possono affidarla ai dirigenti, nell’ambito dei rispettivi settori di competenza, od anche, con riguardo all'intero contenzioso, al dirigente dell'ufficio legale, così come può esigere detta autorizzazione (della giunta o del competente dirigente), altrimenti non necessaria (S.U. nn. 17550/2002, 12868/2005, 13710/2005).

Osservatorio sulle fonti

Rivista telematica registrata presso il Tribunale di Firenze (decreto n. 5626 del 24 dicembre 2007). ISSN 2038-5633.

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