XVIII legislatura, Atto dell'Unione europea n. COM(2019) 333 definitivo, 11 luglio 2019 e Allegati
Motivi della segnalazione
La Relazione della Commissione conferma la tendenza in atto dal 2016 di un costante declino del numero di pareri motivati resi dai parlamenti e dalle camere nazionali – 65 nel 2016, 52 nel 2017 e 37 nel 2018, e, pur a fronte della stabilità del numero di proposte legislative assoggettate al meccanismo. Nessuno di tali pareri è provenuto dalla Camera dei deputati, mentre il Senato italiano ha approvato 3 pareri motivati nel 2016 e 1 sia nel 2017 che nel 2018.
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XVIII leg., A.S., res. sten. n. 139, seduta del 17 dicembre 2019
Motivi della segnalazione
La XIV Commissione del Senato ha espresso parere favorevole con osservazioni sulle proposte di regolamento concernenti il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) ed il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA).
In particolare, la XIV Commissione ha escluso aspetti di criticità sia in relazione alle basi giuridiche individuate, sia in ordine al rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità. Per lo più, le proposte di regolamento si limitano infatti ad assicurare la continuità degli attuali programmi di sostegno alla politica agricola comune (PAC) per il periodo 2014-2020 anche nelle more dell’adozione del nuovo quadro giuridico relativo al periodo 2021-2027.
La XIV Commissione ha peraltro invitato il legislatore UE ad includere una clausola attraverso la quale estendere espressamente la durata temporale delle regole per gli aiuti di stato relative alla precedente programmazione 2014-2020.
Inoltre, il collegio ha preso atto delle stime della Commissione europea secondo la quale il budget della PAC dovrebbe subire una riduzione del 5% rispetto al periodo 2014-2014. Ha dunque invitato le istituzioni europee a destinare – nel quadro del proprio bilancio pluriennale – maggiori risorse finanziaria alla PAC, o quanto meno ad assicurare medesimi stanziamenti previsti dal programma attualmente vigente.
XVIII leg., Camera dei deputati, Assemblea, res. sten. n. 269, seduta del 2 dicembre 2019, pp. 17-46
XVIII leg., Senato della Repubblica, Assemblea, res. sten. n. 169, seduta del 2 dicembre 2019, pp. 6-19
XVIII leg., A.C., risol. 6-00091, Assemblea, res. sten. n. 276, Allegato A, seduta dell’11 dicembre 2019
XVIII leg., A.S., risol. 6-00087, Assemblea, res. sten. n. 172, Allegato A, seduta dell’11 dicembre 2019
XVIII leg., Bollettino delle Giunte e delle Commissioni della Camera dei deputati, n. 297 del 18 dicembre 2019, Commissioni riunite Affari esteri e Politiche dell’Unione europea della Camera e del Senato, p. 3
Motivi della segnalazione
La riforma del Trattato sul Meccanismo europeo di stabilità, oggetto di numerose riunioni dell’Eurogruppo, anche in formato inclusivo, del Consiglio europeo e del Vertice euro, ha dominato il dibattito europeo sin dalla fine del 2018 e, ancor di più, quando è stata definita dall’Eurogruppo una proposta di revisione del Trattato, tuttora pendente per l’approvazione a livello europeo. Il Parlamento italiano, però, solo da novembre 2019 ha iniziato ad interessarsi attivamente alla questione, sia in Aula che nelle commissioni. La vicenda ha rappresentato un importante banco di prova per testare l’effettività delle procedure previste dalla legge n. 234 del 2012, sia in relazione alla consultazione e dall’informazione del Parlamento – prima e dopo le riunioni del Consiglio e del Consiglio europeo – (art. 4), sia per la consultazione delle Camere specificamente su accordi in materia finanziaria e monetaria (art. 5). Il Governo era stato infatti accusato dalle opposizioni di non aver tempestivamente informato le Camere lungo tutto il processo sul negoziato per la riforma del Trattato sul Meccanismo europeo di stabilità – che ha la forma di un accordo intergovernativo tra i Paesi dell’Eurozona e non è fonte di diritto dell’Unione europea – e di non aver tenuto conto degli indirizzi forniti dal Parlamento.
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