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XVIII legislatura, A.C. Doc. XVIII n. 11, 10 luglio 2019

Motivi della segnalazione

La Commissione Politiche dell’Unione europea della Camera è stata chiamata ad esaminare la Comunicazione della Commissione europea al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni Legiferare meglio: Bilancio e perseveranza nell’impegno (COM (2019) 178).

XVIII leg., A.C. res. sten. n. 240, seduta del 16 ottobre 2019
XVIII leg., A.S., res. sten. 156ª, seduta del 16 ottobre 2019

Motivi della segnalazione

Camera e Senato hanno approvato, rispettivamente, le risoluzioni Delrio ed altri 6-00088 e Perilli ed altri 6-00076 sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 17-18 ottobre 2019.
I principali argomenti all’ordine del giorno del Consiglio europeo erano la definizione del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 dell’Unione; la nuova Agenda strategica 2019-2024 per l’Unione; le implicazioni dei cambiamenti climatici (come emerse nel Climate Action Summit del 23 settembre 2019); gli sviluppi delle trattative sul recesso del Regno Unito dall’Unione europea.

XVIII legislatura, Atto dell'Unione europea n. COM(2019) 333 definitivo, 11 luglio 2019 e Allegati

Motivi della segnalazione

La Relazione della Commissione conferma la tendenza in atto dal 2016 di un costante declino del numero di pareri motivati resi dai parlamenti e dalle camere nazionali – 65 nel 2016, 52 nel 2017 e 37 nel 2018, e, pur a fronte della stabilità del numero di proposte legislative assoggettate al meccanismo. Nessuno di tali pareri è provenuto dalla Camera dei deputati, mentre il Senato italiano ha approvato 3 pareri motivati nel 2016 e 1 sia nel 2017 che nel 2018.

XVIII leg., A.S., res. sten. n. 139, seduta del 17 dicembre 2019

Motivi della segnalazione

La XIV Commissione del Senato ha espresso parere favorevole con osservazioni sulle proposte di regolamento concernenti il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) ed il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA).
In particolare, la XIV Commissione ha escluso aspetti di criticità sia in relazione alle basi giuridiche individuate, sia in ordine al rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità. Per lo più, le proposte di regolamento si limitano infatti ad assicurare la continuità degli attuali programmi di sostegno alla politica agricola comune (PAC) per il periodo 2014-2020 anche nelle more dell’adozione del nuovo quadro giuridico relativo al periodo 2021-2027.
La XIV Commissione ha peraltro invitato il legislatore UE ad includere una clausola attraverso la quale estendere espressamente la durata temporale delle regole per gli aiuti di stato relative alla precedente programmazione 2014-2020.
Inoltre, il collegio ha preso atto delle stime della Commissione europea secondo la quale il budget della PAC dovrebbe subire una riduzione del 5% rispetto al periodo 2014-2014. Ha dunque invitato le istituzioni europee a destinare – nel quadro del proprio bilancio pluriennale – maggiori risorse finanziaria alla PAC, o quanto meno ad assicurare medesimi stanziamenti previsti dal programma attualmente vigente.

XVIII leg., Camera dei deputati, Assemblea, res. sten. n. 269, seduta del 2 dicembre 2019, pp. 17-46

XVIII leg., Senato della Repubblica, Assemblea, res. sten. n. 169, seduta del 2 dicembre 2019, pp. 6-19

XVIII leg., A.C., risol. 6-00091, Assemblea, res. sten. n. 276, Allegato A, seduta dell’11 dicembre 2019

XVIII leg., A.S., risol. 6-00087, Assemblea, res. sten. n. 172, Allegato A, seduta dell’11 dicembre 2019

XVIII leg., Bollettino delle Giunte e delle Commissioni della Camera dei deputati, n. 297 del 18 dicembre 2019, Commissioni riunite Affari esteri e Politiche dell’Unione europea della Camera e del Senato, p. 3 

Motivi della segnalazione

La riforma del Trattato sul Meccanismo europeo di stabilità, oggetto di numerose riunioni dell’Eurogruppo, anche in formato inclusivo, del Consiglio europeo e del Vertice euro, ha dominato il dibattito europeo sin dalla fine del 2018 e, ancor di più, quando è stata definita dall’Eurogruppo una proposta di revisione del Trattato, tuttora pendente per l’approvazione a livello europeo. Il Parlamento italiano, però, solo da novembre 2019 ha iniziato ad interessarsi attivamente alla questione, sia in Aula che nelle commissioni. La vicenda ha rappresentato un importante banco di prova per testare l’effettività delle procedure previste dalla legge n. 234 del 2012, sia in relazione alla consultazione e dall’informazione del Parlamento – prima e dopo le riunioni del Consiglio e del Consiglio europeo – (art. 4), sia per la consultazione delle Camere specificamente su accordi in materia finanziaria e monetaria (art. 5). Il Governo era stato infatti accusato dalle opposizioni di non aver tempestivamente informato le Camere lungo tutto il processo sul negoziato per la riforma del Trattato sul Meccanismo europeo di stabilità – che ha la forma di un accordo intergovernativo tra i Paesi dell’Eurozona e non è fonte di diritto dell’Unione europea – e di non aver tenuto conto degli indirizzi forniti dal Parlamento.

L’Osservatorio AIR ha pubblicato nove saggi, indicati nell’indice allegato, nei quali esamina l’applicazione dell’AIR e degli altri strumenti per la qualità della normazione da parte dei Ministeri e delle Amministrazioni indipendenti (in seguito AI), con riferimento agli anni 2017 e 2018. Gli aspetti interessanti sono tanti: quelli più interessanti li riportiamo qui di seguito, rubando le parole ai nove autori della pubblicazione.

  1. Gli strumenti per una buona regolazione ci sono ma talvolta sono inattuati, o utilizzati in modo solo formale. Le criticità dell’AIR, secondo il Consiglio di Stato (parere 1458 del 19 giugno 2017), non sono da ricercare nella sua disciplina, ma nelle carenze della sua attuazione pratica, con la conseguenza che non sono di utile supporto per i decisori pubblici.

Con delibera dell’8 gennaio 2020, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 22 gennaio, i giudici del Palazzo della Consulta hanno introdotto alcune disposizioni innovative all’interno delle norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale. Un comunicato stampa, datato 11 gennaio 2020, e ampiamente rilanciato sugli organi di stampa generalista, informava che, grazie alla novella in oggetto, «anche la società civile, d’ora in poi, potrà far sentire la propria voce sulle questioni discusse davanti alla Corte costituzionale».

Risale al 22 gennaio la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della novella alle norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale, deliberata dal giudice delle leggi l’8 gennaio. Essa è relativa, tra l’altro, alla necessità di un’apposita ordinanza (nuovo art. 4-bis n.i.) per decidere, precedentemente alla trattazione della causa, dell’ammissibilità dell’intervento in un giudizio in via incidentale di terzi «titolari di un interesse qualificato, inerente in modo diretto e immediato al rapporto dedotto in giudizio» (nuovi commi 6 e 7 dell’art. 4 n.i.), onde consentire a tali soggetti l’accesso agli atti processuali. Inoltre, la riforma delle norme integrative introduce la possibilità di convocare una camera di consiglio, presenti i giudici e le parti, per l’audizione di «esperti di chiara fama», al fine di «acquisire informazioni attinenti a specifiche discipline» (nuovo art. 14-bis). Con due recenti provvedimenti, queste due disposizioni hanno già trovato prima applicazione.

Nella seduta del 5 febbraio 2020 del Comitato per la legislazione della Camera dei deputati, il Presidente Paolo Russo, ha illustrato una proposta conseguente al ciclo di audizioni sulle attuali tendenze della produzione normativa, organizzate dallo stesso Comitato tra il mese di ottobre 2018 e il mese di maggio 2019, nel corso del turno di presidenza immediatamente precedente, della deputata Dadone (una sintesi dei contenuti delle audizioni è reperibile qui).

Fascicolo n. 2/2024

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Rivista telematica registrata presso il Tribunale di Firenze (decreto n. 5626 del 24 dicembre 2007). ISSN 2038-5633.

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