Nel periodo di riferimento considerato (Luglio 2014-Ottobre 2014), si segnalano in particolare due provvedimenti del Garante per la protezione dei dati personali prescrittivi rivolti «a tutti i titolari del trattamento in ambito giornalistico» [1] su questioni inerenti la diffusione di informazioni tratte da trascrizioni di intercettazioni telefoniche o da interrogatori.
Il riferimento è al «Provvedimento di blocco e prescrizione nei confronti di organi di informazione per la diffusione di dati personali eccedenti tratti da un interrogatorio» del 22 settembre 2014[2] e al «Provvedimento di blocco e prescrittivo nei confronti degli organi di informazione a tutela dei minori» del 9 luglio 2014[3].
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Scheda n. 1
Gli statuti degli enti locali nel sistema delle fonti
Sent. CONSIGLIO DI GIUSTIZIA AMMNISTRATIVA PER LA REGIONE SICILIANA, sez. giurisd., 22.07.2014, n. 442
Per quanto riguarda il rapporto tra le fonti normative, il CGA ha già avuto modo di precisare (cfr. la sentenza 2 marzo 2006, n. 69) che gli statuti, dopo la riforma costituzionale recata dalla legge cost. 18 ottobre 2001, n. 3 - la quale ha, fra l'altro, sostituito l'art. 114 Cost., il cui vigente II comma recita che "I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione" - non hanno acquistato forza normativa pari a quella della legge ma costituiscono una peculiare fonte di livello subprimario (o supersecondario) e restano comunque soggetti alla legge ordinaria, talché non possono porsi in contrasto con le regole dettate da norme primarie. Il richiamato precedente, dal quale il Collegio non vede ragioni di discostarsi, ha infatti puntualizzato che dalla circostanza che gli statuti, differentemente dai vecchi regolamenti comunali, previsti dalla legge ordinaria, siano ora espressamente contemplati dalla Costituzione "non deve trarsi l'erroneo (ed eccessivo) corollario che lo statuto comunale sia ormai divenuto legibus solutus, potendo il suo contenuto prescindere dalle norme e dai limiti che gli siano imposti dalla legge statale ovvero dalla legge regionale nelle regioni dotate di competenza normativa nella materia degli enti locali, come è in Sicilia ex art. 14, lett. o), dello Statuto".
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Scheda n. 1
Gli statuti degli enti locali nel sistema delle fonti.
Cass. civ., sez. lavoro, 21.01.2015, n. 1028
Il Comune ricorrente lamenta la violazione e falsa applicazione del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267, art. 110 da parte della sentenza impugnata per avere ritenuto che la norma consentisse di instaurare con il M. validi rapporti contrattuali a tempo determinato sulla scorta di una mera previsione regolamentare.
L'art. 110 TUEL sotto la rubrica "Incarichi a contratto", nella parte che qui interessa stabilisce:
"Lo statuto può prevedere che la copertura dei posti di responsabili dei servizi o degli uffici di qualifiche dirigenziali o di alta specializzazione, possa avvenire mediante contratto a tempo determinato di diritto pubblico o, eccezionalmente e con deliberazione motivata, di diritto privato, fermi restando i requisiti richiesti dalla qualifica da ricoprire".
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