Raccordi parlamentari Italia-UE

Rubriche

Il 6 maggio 2021 è stata presentata alla Presidenza della Camera dei deputati una proposta di modificazione al Regolamento (doc. II, n. 19), volta all’adeguamento di (alcuni dei) quorum ivi espressi in termini assoluti. L’iniziativa si giustifica in ragione della riduzione del numero dei deputati, il cui numero è stato portato a 400 dalla l. cost. n. 1 del 2020, previsione che spiegherà i suoi effetti a partire dalla prossima Legislatura. Primo firmatario è il parlamentare di Forza Italia Simone Baldelli, e al suo nome, oltre al compagno di partito Roberto Occhiuto, si aggiungono esponenti di altre formazioni: Igor Iezzi (Lega) e Marco Di Maio (Italia viva).

Il 26 gennaio 2021 sono state presentate le dimissioni del Governo Conte II nelle mani del Presidente della Repubblica, il quale, come da prassi, ha invitato l’esecutivo «a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti», nelle more della risoluzione della crisi politica. Questa formula, che riflette il dato acquisito per cui si ritiene che un gabinetto dimissionario non sia legittimato, dal punto di vista politico-costituzionale, a eccedere l’ordinaria amministrazione, si ricollega a quella che è stata qualificata come una regola di correttezza (G. ROLLA, Il sistema costituzionale italiano, I, Milano, 2010) o come una “norma inespressa” (R. GUASTINI, Interpretare e argomentare, Milano, 2011), dal contenuto però troppo indeterminato perché possa esserle riconosciuto un carattere propriamente giuridico (A. VIGNUDELLI, Diritto costituzionale, Modena, 2010).

In materia previdenziale il tema dell’affidamento dei cittadini nella sicurezza dei rapporti giuridici[1] viene generalmente in rilievo in una prospettiva ex post, ossia con riguardo ad un trattamento pensionistico in corso di svolgimento di cui si lamenta la modificazione in pejus da parte di una misura legislativa che blocca o rallenta la perequazione automatica, oppure introduce un contributo di solidarietà sulle pensioni più alte.

Una recente decisione dell’organo di primo grado del sistema di autodichia del Senato consente, invece, di guardare al problema da un diverso angolo visuale, che è quello – ex ante – del (denegato) diritto ad accedere ad un trattamento pensionistico di cui non si sta ancora beneficiando, ma del quale si sono già definitivamente maturati i requisiti.   

1. Con l’esito positivo del referendum costituzionale del 20 e 21 settembre 2020 (e il dispiegarsi delle clausole presenti nel testo approvato) si è determinata l’entrata in vigore della legge costituzionale n. 1 del 2020, che riceverà applicazione a partire dalla XIX legislatura e comporterà una significativa riduzione del numero dei parlamentari elettivi (oltre a una precisazione circa il numero massimo dei senatori a vita di nomina presidenziale, già operante sin da inizio 2021).
Nonostante gli intendimenti più volte diffusi nel corso della campagna referendaria, non vi erano stati finora significativi “seguiti” alla riforma costituzionale, specialmente dal punto di vista dell’adeguamento dei regolamenti parlamentari alla nuova numerosità delle assemblee. La situazione di stasi è risultata poi accentuata dalla crisi interna alla maggioranza, sfociata nelle dimissioni del Governo Conte II.
Ora risulta essere stata presentata una prima proposta di modifica regolamentare al Senato, da parte del sen. Calderoli (DOC. II, n. 6), per il cui inquadramento è forse utile qualche elemento di ricostruzione del contesto.

Quasi nel termine previsto dalla legge (5 maggio invece del 30 aprile) è stata comunicata al Parlamento la Relazione sullo stato di applicazione dell’analisi dell’impatto della regolamentazione relativa al 2020, relazione prevista dall’art. 14, comma 10, della legge 28 novembre 2005, n. 246. Detta relazione, secondo l’art. 19 del DPR 15 settembre 2017, n. 169 (Regolamento recante disciplina sull’analisi dell’impatto della regolamentazione e la consultazione), riporta, oltre ai dati riferiti alle Amministrazioni centrali, “elementi informativi… riferiti alle esperienze di AIR e di VIR presso le istituzioni dell’Unione europea, le autorità indipendenti, le regioni, gli enti locali, evidenziando le migliori pratiche anche a livello internazionale”.

1. Incomincio con una buona notizia. Il decreto legge 31 maggio 2021, n. 77 convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2021, n. 108 ha istituito, nell’ambito del DAGL, all’art. 5, una struttura di missione denominata Unità per la razionalizzazione e il miglioramento della regolazione e il Presidente del Consiglio ha nominato Nicola Lupo come coordinatore della nuova unità.
La quale ha durata temporanea ma superiore a quella del Governo che la istituisce e si protrae fino al completamento del PNRR e comunque non oltre il 31 dicembre 2026.
All’Unità è assegnato personale nei limiti di 200.000 euro per quest’anno e il doppio per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026.
L’Unità deve raccordarsi con il gruppo di lavoro sull’analisi dell’impatto della regolamentazione (AIR) del Nucleo, istituito presso la presidenza del Consiglio dei ministri con il compito di individuare gli ostacoli alla corretta e tempestiva attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal PNRR e di elaborare proposte per superare le disfunzioni, anche con iniziative di sperimentazione normativa formulate da soggetti pubblici e privati.
Sono compiti molto gravosi che Nicola Lupo non potrà svolgere da solo e molto dipenderà dal gruppo di esperti che lo affiancheranno e quindi dai criteri utilizzati per le loro nomine.

In mancanza di significative novità con riferimento allo Stato, vediamo  quali regole le Regioni si sono date per garantire la buona qualità delle loro leggi. La ricerca è stata facilitata dall’Annuario 219 dell’Osservatorio AIR che, nel dicembre 2020, ha pubblicato uno studio su “L’analisi di impatto e gli altri strumenti per la qualità della regolazione” curato da Gabriele Mazzantini e Laura Tafani, che ha dedicato il nono capitolo alla “Better regulation a livello regionale e locale”: autori, Giovanna Perniciari (dirigente di II fascia della Corte dei Conti e dottore di ricerca in diritto pubblico) e Simone Annaratone (collaboratore scientifico  dell’Osservatorio AIR dal 2019).

Tra marzo e maggio 2021 le Camere italiane sono state impegnate nell’esame e nell’adozione di atti di indirizzo su un ampio novero di proposte e documenti dell’Unione europea e nazionali, ma direttamente collegati con le procedure sovranazionali. Da questa prospettiva, tanto la Camera quanto il Senato, nelle commissioni e in Aula, hanno vagliato, non senza qualche criticità, i contenuti del Piano nazionale di ripresa e di resilienza nella versione licenziata dal nuovo Governo Draghi, prima della trasmissione alla Commissione europea. Inoltre, al Senato, è stato approvato dalla Commissione Politiche dell’Unione europea un parere motivato sul c.d. “Patto sull’immigrazione e l’asilo”. Alla Camera, invece, sono stati adottati una serie di documenti indirizzo su dossier particolarmente significativi – in tema di politiche sociali e di retribuzione minima, sulla gestione dei dati personali e sull’intelligenza artificiale e sulle misure europee di sostegno alla ripresa economica post-pandemica – nei quali è stata espressa una valutazione favorevole sull’intervento europeo, ma con alcune osservazioni sul merito.

XVIII leg., A.C., res. sten., seduta del 31 marzo 2021, p. 1 ss.
XVIII leg., A.S., res. sten., seduta del 1° aprile 2021, p. 1 ss.

Motivi della segnalazione

Al fine di accedere alle risorse messe a disposizione da Next Generation EU (NGEU), i Governi degli stati membri sono tenuti a presentare alla Commissione europea i propri programmi nazionali di ripresa e resilienza (PNRR) entro il 30 aprile 2021. Istituito dal regolamento (UE) 2020/2094, NGEU integra il nuovo strumento finanziario attraverso il quale l’Unione europea si propone di sostenere la ripresa economica nell’ambito del Quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027.

XVIII leg., A.S., 14a Commissione, res. som., seduta del 19 gennaio 2021, p. 1 ss.

Motivi della segnalazione

Nel corso della seduta del 19 gennaio 2021, la 14a Commissione permanente del Senato Politiche dell’Unione europea ha approvato una risoluzione concernente le proposte di regolamento COM(2020) 610, 611, 612, 613 e 614, di riforma del sistema europeo comune d’asilo e di implementazione del nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo (COM(2020) 609), concernenti, rispettivamente, il regolamento di Dublino, la procedura di asilo alla frontiera, gli accertamenti pre-ingresso, le situazioni di crisi e il sistema Eurodac.

XVIII leg., A.C, VI Commissione, res. som., seduta del 3 marzo 2021, p. 1 ss.

Motivi della segnalazione

Il 3 marzo 2021, la VI Commissione della Camera ha approvato un documento finale (doc. XVIII, n. 27), ex art. 127 r.C., su un pacchetto di proposte legislative europee per sostenere la ripresa dalla pandemia (COM (2020)280 final; COM (2020)281 final; COM (2020) 282 final; COM (2020) 283 final).

Osservatorio sulle fonti

Rivista telematica registrata presso il Tribunale di Firenze (decreto n. 5626 del 24 dicembre 2007). ISSN 2038-5633.

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